Superbonus 110% e scetticismo delle banche 😨 ombra del pagamento lavori in vista

Il mercato del Superbonus e dell’annessa cessione del credito oggi continua ad essere in una fase di stallo, nonostante i chiarimenti dati dalle Entrate e le recenti novità normative. Mentre per i condomini i rischi di pagare di tasca propria non sono remoti.

Nonostante i vari tentativi di rendere più chiare e lineari le regole sul Superbonus, continuano a esservi varie criticità e problemi pratici per quanto riguarda l’applicazione della maxi agevolazione fiscale regolata in primis dall’art. 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio).

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E non sono bastati finora gli interventi correttivi rispetto ad una misura, che ha mostrato punti deboli nella struttura delle norme, ‘zone grigie’ e spazi di ambiguità che hanno disorientato cittadini, tecnici e addetti ai lavori.

Pensiamo ai rapporti tra Superbonus e cessione del credito: le banche non si fidano tuttora o comunque hanno diverse incertezze e non conoscono appieno il fin troppo articolato meccanismo della cessione del credito.

Ma soprattutto i fatti ci indicano anche che i condomini rischiano di pagare i lavori delle imprese edili. E’ davvero così? Qual è lo scenario reale? Cerchiamo di fare chiarezza nel corso di questo articolo.

Superbonus 110%: il contesto di riferimento tra aspettative mancate e problemi concreti

Il Superbonus di fatto consiste in una detrazione fiscale del 110% delle spese effettuate dal primo luglio 2020 per il compimento di specifici interventi, mirati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Ma il Superbonus è nato anche per rilanciare le attività del comparto dell’edilizia dopo il periodo buio della pandemia e delle restrizioni.

Non dimentichiamo poi che tra gli interventi agevolati sono inclusi altresì l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

L’ultima legge di Bilancio ha disposto la proroga dell’agevolazione, imponendo scadenze differenti in base ai soggetti che effettuano le spese ammesse.

Ma è comunque vero che il mercato della cessione del credito resta tuttora in una fase incerta, e proprio la maxi agevolazione che voleva rilanciare una parte del mondo del lavoro e spingere all’ammodernamento degli edifici continua ad essere ‘impantanata’ in regole che – come hanno sottolineato gli esperti del mercato dell’edilizia – potevano essere scritte meglio e che hanno avuto, come hanno tuttora, un ruolo principale nel determinare lo stallo del meccanismo.

Anzi, anche le recenti novità normative non sembrano aver dato la scossa che ci si aspettava e i condomini ora rischiano di pagare i lavori di tasca propria. Mentre le banche continuano a guardare con scetticismo alle regole sulla cessione del credito.

Cessione del credito: le banche si mostrano caute e per i condomini il rischio di pagare i lavori non è basso

Non ci sono dubbi sul fatto che Superbonus e cessione del credito non stiano funzionando come si sperava. Ma vero è che di cantieri se ne vedono parecchi per strada, anche perché le regole sul Superbonus impongono all’impresa edile di esporre un cartello con cui indicare che i lavori svolti sono oggetto di maxi agevolazione.

Però, gran parte di questi cantieri sono in stallo ovvero fermi. Perché? Ebbene, istituti di credito e altri intermediari – come accennato – stanno temporeggiando prima di partecipare al meccanismo della cessione del credito, perché esse stesse entrerebbero in un contesto che ha alimentato molte polemiche in questi mesi. Insomma le banche mostrano un atteggiamento molto cauto e prudente e, a ben vedere, il che è ben comprensibile alla luce delle responsabilità in gioco.

La situazione di stallo non attiene soltanto ai lavori sulle villette e gli edifici unifamiliari, ma anche ai lavori nei condomini. E proprio qui si fa largo un pericolo non di poco conto. Ci riferiamo al rischio che anche i singoli condòmini siano chiamati a pagare con i loro risparmi i lavori svolti dall’azienda edile. Ecco perché se alle banche è raccomandata cautela, per i condomini ne è richiesta in misura ancora maggiore. In ogni caso, fa fede il contratto con cui l’impresa è stata incaricata dello svolgimento dei lavori.

Neanche la responsabilità limitata per le banche ha agevolato l’applicazione del meccanismo

Recentemente il DL n. 115 del 2022, il cosiddetto decreto Aiuti-bis, ha provato ad agevolare l’acquisizione del credito da parte degli istituti bancari, prevedendo in loro favore una responsabilità limitata. Ma il punto continua ad essere lo stesso: tutti i correttivi finora attuati non hanno convinto il mondo bancario a contribuire massicciamente al rilancio del Superbonus.

Insomma, se è vero che imprese e banche che rilevano i crediti dal contribuente, rispondono con il contribuente (concorso in violazione) di un’eventuale irregolarità del credito, soltanto in ipotesi di dolo o colpa grave, ciò non è finora bastato a convincere ad applicare maggiormente le pur discusse regole sul Superbonus.

Attenzione inoltre perché, in ogni caso, per i crediti deve esservi e risultare tutta la documentazione richiesta per legge, vale a dire visti di conformità, asseverazioni e
attestazioni ex art.121 decreto Rilancio. Ogni piccola svista o mancanza potrebbe essere fonte di non pochi problemi.

I proprietari e condomini rischiano di pagare le inefficienze del Superbonus

Come accennato poco sopra, a rischiare sono anche e soprattutto i condomini, proprio perché le novità sulla cessione del credito non hanno prodotto gli effetti sperati. Dal punto di vista pratico le aziende che effettuano i lavori stanno avendo difficoltà a farsi accettare il credito dalla banca e a conseguire quanto necessario per continuare – e completare – i lavori sui cantieri già avviati.

Il rischio è appunto quello sopra citato, ovvero che l’impresa si ritrovi costretta a rifarsi sul singolo proprietario dell’immobile, andando a richiedere a quest’ultimo il compenso dei lavori svolti, e per i quali la banca non partecipa al meccanismo di cessione del credito. Analoghe considerazioni si applicano ai lavori condominiali.

Ecco perché è fondamentale il testo del contratto di esecuzione dei lavori: se è prevista una clausola che rinvia al proprietario dell’immobile per quanto riguarda la responsabilità sul pagamento dei lavori in ipotesi di mancata accettazione del credito, non vi sono dubbi a riguardo – sarà il proprietario il soggetto tenuto al versamento del dovuto all’impresa.

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