Trovato nuovo Virus nei Pipistrelli italiani: ci sarà una nuova pandemia?

Per la prima volta nel nostro Paese è stato isolato un virus nei Pipistrelli italiani, ecco quali sono i potenziali rischi.

Pensando ai Pipistrelli viene in mente il Covid, forse proprio perché le prime ipotesi di trasmissione riguardavano il contatto con questi mammiferi.

Virus nei Pipistrelli italiani
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In realtà, sull’origine del Virus che ha sconvolto le vite delle persone di tutto il mondo ci sono ancora molti dubbi. Certo è che la fauna selvatica, per l’uomo, rappresenta un potenziale pericolo.

Pensiamo infatti a quante malattie possono trasmettere i topi, o le Zecche. Malattie che in alcuni casi si rivelano fatali. Cercare di capire se esistono altri pericoli è dunque utile a evitare una qualche nuova forma di “pandemia”. O quantomeno a intervenire in tempo e nel modo corretto per salvare vite umane.

Trovato nuovo Virus nei Pipistrelli italiani, ecco cosa sappiamo

Siamo al Cras Wwf della Valpredina in provincia di Bergamo, dove un esemplare di pipistrello è deceduto spontaneamente. Lo staff ha eseguito delle analisi e poi ci sono stati degli approfondimenti. Questo perché esiste un progetto di sorveglianza passiva nei confronti di questi animali, previsto dal Piano Fauna Selvatica della Regione Lombardia.

L’esemplare è stato poi analizzato dall’Istituto zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, dove è stato trovato il virus. Si tratta in realtà di un virus già noto al mondo scientifico. Ma Issyk-Kul (ISKV), questo il nome del patogeno, fino ad oggi era stato rivenuto solamente in Paesi dell’Asia Centrale.

Fortunatamente sembra si tratti di un caso isolato, ma verranno eseguite ulteriori indagini. Il virus, se a contatto con l’uomo, può causare sintomi da lievi a moderati, come nausea, mal di testa e febbre. In alcuni casi può sfociare in febbri emorragiche.

Nessun pericolo imminente, dunque, ma attenta osservazione. La stessa vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha dichiarato quanto segue. “Non c’è nessun allarmismo, ma evidenzio, come accaduto in altre recenti occasioni, l’attento e puntuale lavoro che i nostri operatori portano avanti“.

Si tratta di un lavoro che tutela preventivamente la salute dell’uomo, in quanto come sappiamo la fauna selvatica può diffondere malattie potenzialmente molto pericolose. Infatti anche a causa del riscaldamento globale gli equilibri stanno cambiando. Molte specie che fino a pochi anni fa si trovavano solamente in alcune aree del mondo trovano habitat favorevoli anche da noi.

L’attenta osservazione di questi cambiamenti potrà tutelare la salute dell’uomo. Lo scopo della Ricerca è infatti quello di non farsi trovare impreparati, come invece purtroppo è accaduto con il Covid.

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