Invalidità e ricorso contro INPS, le spese legale chi le paga?

Quando si fa ricorso contro l’INPS chi è tenuto a pagare le spese che riguardano l’avvocato? Ecco cosa c’è da sapere in merito

É noto che se si decide di fare causa all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale vi sono molte spese da sostenere e spesso queste possono essere molto onerose, ma chi le paga? Ecco cosa c’è da sapere.

ricorso INPS
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Quando si decide di muovere ricorso contro l’INPS le motivazioni possono essere molteplici e ovviamente non se ne conosce l’esito. Di conseguenza è lecito chiedersi chi pagherà le spese legali?

Chiaramente, inizialmente è il soggetto che chiede di avviare la pratica e di conseguenza la parcella è a proprie spese. Vi è però una possibilità e cioè di non pagare tutte le spese processuali in anticipo, ma soltanto un acconto.

Ciò potrebbe essere preso in considerazione perché il giudice, alla fine del processo, potrebbe decidere di attribuire le spese ad una delle due parti in causa, in questo caso potrebbe essere INPS a dover pagare.

Quindi, se l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale perde la causa è tenuto a risarcire il soggetto che invece l’ha vinta. Ovviamente, non accade sempre perché potrebbe essere decisa anche la compensazione delle spese.

Se viene decisa tale compensazione allora ogni parte in causa dovrà pagare le proprie spese legali. Le casistiche da considerare in questo caso sono due: la prima riguarda un’accettazione non per intero della richiesta. Mentre la seconda è quella che prevede un caso molto difficile oppure che fa giurisprudenza.

Invalidità e ricorso contro INPS: le spese

Come anticipato, non è deciso in anticipo chi deve pagare le spese per quanto concerne l’avvocato che si è ingaggiato per il ricorso all’INPS, ma la decisione arriverebbe dopo la sentenza.

Per quanto concerne le spese per le cause previdenziali e quelle assistenziali vi è un regolamento che salvaguardia i soggetti che si trovano in difficoltà economica.

Secondo quanto riportato dal sito web invaliditaediritti.it che a sua volta riprende il Codice Civile, chi possiede una situazione reddituale pari a due volte il limite fissato per accedere al patrocinio gratuito non è tenuto a pagare le spese legali in causa di perdita. Il limite reddituale è di 11.493,44 €.

Insomma, se il reddito del soggetto è uguale oppure minore della cifra appena citata, questo non è tenuto a pagare le spese del legale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

Per avere la possibilità data dal Codice Civile, vi è la necessità di consegnare una dichiarazione che indica il reddito del soggetto interessato. Inoltre, non è possibile accedere a tale vantaggio se la causa si ritiene persa in partenza.

Ma a quanto può ammontare il costo di un legale?

Fino ad ora è stato spiegato come funziona il pagamento del legale, ma quanto costa un avvocato?

Secondo quanto riportato da invaliditaediritti.it, il ricorso contro l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha un costo fisso ed uno variabile. Il costo fisso è quello del contributo unificato che è di quarantatré €.

Chiaramente, il costo variabile riguarda l’avvocato e questi dipendono dalla persona alla quale si è deciso di rivolgersi. Ed in più vi è l’uscita legale e queste risultano essere molto onerose.

Ovviamente, magari insieme al proprio legale si può valutare quali sono le possibilità di vittoria e di conseguenza decidere se intraprendere oppure no tale causa.

Inoltre, come detto nel paragrafo precedente, vi è la possibilità di essere esonerati dalle spese in base al proprio reddito.

È infine buona norma rivolgersi ad un proprio consulente di fiducia, in questo caso al proprio legale, una consulenza prima di intraprendere una qual si voglia decisione.

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