Busta paga e indennità tra le voci fisse, sì o no: attenzione alle conseguenze

L’indennità che risulta voce di paga fissa nella retribuzione mensile comporta delle conseguenze che il lavoratore ha il diritto di conoscere.

Scopriamo cosa significa per il lavoratore avere un’indennità come voce di paga fissa sul calcolo dello stipendio percepito ogni mese.

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A concorrere al calcolo della retribuzione mensile di un lavoratore dipendente ci sono le voci fisse e quelle variabili. Le prime sono indipendenti dall’orario di lavoro svolto, dalla presenza di lavoro notturno, feriale e così via e sono stabilite dai Contratti Nazionale del Lavoro. Il posizionamento nella busta paga delle voci fisse è in alto nel cedolino. Si potranno leggere tutte le descrizioni degli importi segnati e il totale mensile delle voci poi definito anche a livello giornaliero e orario. Le voci di paga variabili, invece, si trovano nel grande spazio centrale del cedolino e riguardano, come detto, gli elementi soggetti a variazioni.

Tra le voci fisse indichiamo la paga base, gli scatti di anzianità e il terzo livello. Poi ci sono gli importi aggiuntivi che l’azienda riconosce al lavoratore. Tra questi citiamo le indennità di funzione, l’assegno ad personam, le somme a titolo di superminimo. In più, è possibile aggiungere ulteriori indennità esclusive come un riconoscimento per una particolare abilitazione. La scelta di inserimento tra le voci fisse o variabili, in quest’ultimo caso, spetta unicamente all’azienda.

Indennità tra voci fisse, è l’azienda a decidere

Con riferimento a specifiche indennità sarà l’azienda a decidere se inserirle tra le voci fisse o variabili. La scelta sarà compiuta nel momento della stipula del contratto e dovrà essere comunicata al dipendente con la lettera di assegnazione dell’importo o con il contratto di assunzione. Per quale motivo conoscere la decisione aziendale è così importante per il lavoratore?

Innanzitutto perché le voci di paga fisse vengono conteggiate nel calcolo della tredicesima e dell’eventuale quattordicesima, quelle variabili no. La tredicesima è una mensilità aggiuntiva che fa riferimento proprio alle voci fisse percepite mensilmente con la retribuzione. Di conseguenza, più voci fisse interverranno nel calcolo, più alta sarà la tredicesima. Stessa considerazione anche con riferimento alla quattordicesima mensilità.

L’importanza nel calcolo di ferie, permessi e Tfr

Durante le ferie e i permessiossia l’assenza dal lavoro giustificata – il lavoratore percepisce la stessa retribuzione dei giorni di lavoro. Per stimare il pagamento durante i giorni di ferie, infatti, si utilizza la retribuzione oraria che si ottiene dividendo il totale mensile delle voci di paga fisse per il divisore imposto dal CNL. Di conseguenza, più alto sarà l’importo di partenza, maggiore sarà la retribuzione oraria definita. L’indennità come voce fissa, dunque, comporterà l’erogazione di più soldi per il dipendente.

Da valutare, poi, l’incidenza delle indennità sul calcolo del Trattamento di Fine rapporto. In questo caso la presenza tra voci fisse o variabili non cambierà l’importo finale dato che è legato alla retribuzione totale dovuta con il rapporto di lavoro.

Concludiamo con un’ultima valutazione, l’impatto sugli straordinari e sulle ore supplementari. Anche in questo caso, per come si effettua il conteggio delle ore aggiuntive, la presenza dell’indennità tra le voci di paga fisse permetterà di ottenere cifre maggiori rispetto alla collocazione tra le voci di paga variabili.

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