La legge mette a disposizione ben 5 metodi per andare in pensione a 57 anni. Ecco quali sono i presupposti e le condizioni richiesti.
L’età pensionabile, si sa, è destinata a salire sempre di più. In seguito alle recenti riforme e alla Legge Fornero del 2011, andare in pensione prima dei 60 anni è sempre più difficile.
Alcune categorie di lavoratori, tuttavia, possono smettere di lavorare molto prima del raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi richiesti per la pensione di vecchiaia. Il nostro sistema previdenziale, infatti, offre la facoltà di accedere alla pensione a 57 anni. Quali sono, dunque, le opzioni che attribuiscono un simile vantaggio? Sono addirittura 5 ed alcune prevedono delle differenziazioni tra uomini e donne. Analizziamole tutte nel dettaglio.
Per informazioni aggiuntive, consulta il seguente articolo: “Pensione anticipata: con questa misura è possibile a 57 anni, ma attenzione ai requisiti“.
Pensione a 57 anni: le prerogative per gli invalidi
I lavoratori invalidi civili, che possiedono una percentuale di invalidità accertata di almeno l’80%, possono andare in pensione in anticipo, ottenendo una cifra che ammonta quasi a quella stabilita per la pensione di vecchiaia.
Possono smettere di lavorare gli invalidi che hanno almeno 20 anni di contributi ed un’età minima di 56 anni, per le donne, e di 61 anni, per gli uomini. Il versamento della pensione, tuttavia, decorre solo al compimento dei 57 anni (per le donne) e dei 62 anni (per gli uomini). Questo periodo di attesa è il cd. periodo finestra e si estende dalla data di presentazione della domanda di pensione fino all’effettivo conseguimento della prestazione. Ha una durata complessiva di 12 mesi.
Pensione anticipata per i caregivers
Anche coloro che prestano assistenza ai familiari disabili conviventi (i cd. caregivers) possono andare in pensione prima. In tali ipotesi, infatti, la normativa non impone limiti minimi di età; son necessari solo 41 anni di contributi, di cui almeno un anno versato prima del raggiungimento del diciannovesimo anno di età.
Tale categoria di lavoratori ha accesso all’Ape Sociale. Dal 2018, infatti, possono sfruttare questo strumento i soggetti che assistono un familiare disabile grave convivente da almeno 6 mesi e con una percentuale di invalidità uguale o superiore al 74%, ai sensi della Legge 104.
Pensione a 57 anni per le lavoratrici precoci
La pensione a 57 anni spetta anche ai lavoratori precoci che, dunque, hanno cominciato la propria carriera lavorativa molto presto. Grazie a Quota 41, le lavoratrici precoci hanno la possibilità di smettere di lavorare con 41 anni e 10 mesi di contributi. Per chi ha iniziato a lavorare da giovanissima, si tratta di un requisito che si può maturare tranquillamente anche a 57 anni di età (se, ovviamente, non sono intervenute interruzioni nei versamenti contributivi durante la vita lavorativa).
Per gli uomini, invece, il presupposto è il possesso di 42 anni e 10 mesi di contributi versati; è molto più difficile, dunque, che un uomo riesca a raggiungere tale soglia a 57 anni (a meno che la carriera lavorativa non sia iniziata prima dei 15 anni).
Consulta anche il seguente articolo: “In pensione a 57, 59 e 61 anni oggi è possibile anche se disoccupati, sono in molti a non saperlo“.
Gli strumenti a disposizione degli addetti a mansioni usuranti
I lavoratori (uomini e donne) che svolgono mestieri usuranti (cioè lavori particolarmente gravosi e pesanti, come gli operai di gallerie e miniere, i conducenti di autobus e i turnisti notturni) hanno il diritto di fruire di Quota 41. Questa misura consente di accedere alla pensione a 57 anni di età con 41 anni di contributi; è fondamentale, però, che l’attività lavorativa sia iniziata prima del compimento dei 16 anni.
In queste ipotesi, c’è uno sconto relativo al presupposto contributivo. La pensione anticipata, infatti, si raggiunge (sommando età anagrafica e anzianità contributiva) con Quota 97,6 per i dipendenti e Quota 98,6 per gli autonomi. In altre parole, si smette di lavorare a 61 anni e 7 mesi o a 62 anni e 7 mesi.
Tuttavia, se, contemporaneamente, si è un lavoratore precoce e si svolgono mansioni usuranti, c’è la possibilità di diminuire ulteriormente i tempi, ricorrendo a Quota 41.
Pensione a 57 anni: chi può utilizzare la RITA
I contribuenti che hanno compiuto 57 anni di età, possono accedere al pensionamento anche tramite la cd. RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. Non si tratta di una vera e propria pensione, ma di una rendita rivolta esclusivamente ai soggetti che hanno aderito ad un piano di previdenza complementare (ad esempio, il Fondo Espero per gli insegnanti) e sono disoccupati da molto tempo.
Nel dettaglio, possono usufruire della RITA i 57enni disoccupati da oltre 24 mesi, che sono stati iscritti ad un Fondo integrativo pensionistico per almeno 5 anni, e che hanno versato i contributi obbligatori per un minimo di 20 anni.
Opzione Donna: a chi spetta?
C’è, infine, la facoltà di andare in pensione in anticipo tramite Opzione Donna. Si tratta, però, di uno strumento di flessibilità in uscita solo provvisorio, perché sarà attivo fino al 31 dicembre 2022, a meno che non intervengano proroghe nelle prossime settimane.
Opzione Donna, tuttavia, non permette di smettere di interrompere la carriera lavorativa a 57 anni, bensì a 58 per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le lavoratrici autonome. In entrambi i casi, inoltre, sono richiesti almeno 35 anni di anzianità contributiva. Tutti i presupposti devono essere stati raggiunti non oltre il 31 dicembre 2021.