Pignoramento della pensione di reversibilità: è incredibile ma può accadere!

Il pignoramento della pensione di reversibilità è consentito al verificarsi di alcune condizioni. Scopriamo quali sono.

Come lo stipendio, anche la pensione di reversibilità può essere pignorata in caso di debito.

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Il pignoramento dei beni scatta nel momento in cui il debitore non versa l’importo dovuto al creditore. Dopo vari avvisi di pagamento, se il debito continua a non essere saldato allora il creditore può avviare l’iter di pignoramento. Possono essere pignorati lo stipendio, la macchina, la casa e anche la pensione di reversibilità. Parliamo di quel trattamento che solitamente percepisce la vedova di un assicurato o pensionato INPS in seguito al decesso di quest’ultimo. Tra i beneficiari rientrano anche i figli, i genitori, fratelli e sorelle con quote dell’importo pensionistico differente. Quando è possibile perdere il diritto alla pensione di reversibilità in caso di debiti?

Pignoramento e pensione reversibilità, cosa occorre sapere

Secondo la normativa i familiari superstiti hanno il diritto di essere sostenuti economicamente in seguito al decesso di un assicurato o pensionato INPS. Da qui l’erogazione della pensione di reversibilità. In più, anche percependo un reddito la vedova non perde il diritto al trattamento, può subire una decurtazione dell’importo ma la revoca mai. E in caso di pignoramento cosa potrebbe accadere?

Come accennato il pignoramento scatta se i creditori non riescono a soddisfare le pretese verso un debitore. Si tratta di una sanzione decisa dal giudice volta a far restituire la somma di denaro al creditore. Si possono pignorare diversi beni quali lo stipendio e la pensione, inclusa la pensione di reversibilità. Altri beni, invece, sono impignorabili come le foto di famiglia, il letto, il tavolo, gli oggetti di culto e l’assegno di maternità. Il trattamento di reversibilità, come detto, non rientra tra questi.

I limiti da rispettare

Il pignoramento della pensione di reversibilità riguarda solamente la parte in eccesso e corrisponde ad un quinto dell’importo. Nello specifico, l’importo non pignorabile è pari a 529,89 euro al mese. Se il trattamento è superiore a questa cifra, allora solo la parte eccedente tale cifra potrà essere pignorata. Poniamo il caso di una pensione di reversibilità di 800 euro. Il creditore potrà pignorare unicamente un quinto di 270,11 euro ossia 54,022 euro.

Questo perché la vedova ha il diritto di avere la sicurezza di un importo (minimo vitale) per soddisfare i bisogni primari. Di conseguenza, l’intera somma del trattamento non potrà mai essere pignorata anche se solo in questo modo si estinguerebbe il debito.

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