Ritardo nel pagamento dell’ Assegno Unico: la motivazione assurda dell’INPS

L’Assegno Unico sul Rdc ancora non è ancora stato pagato a molti percettori che avevano diritto all’integrazione. Per quale motivo?

Dal 28 settembre 2022 sono iniziati i pagamenti dell’Assegno Unico sul Reddito di Cittadinanza, per tutti coloro a cui spettava l’integrazione annunciata lo scorso agosto.

assegno unico
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I percettori del Reddito di Cittadinanza con figli a carico, infatti, hanno diritto all’erogazione dell’Assegno direttamente sulla carta del Rdc, successivamente all’accredito ordinario della misura. Molti cittadini, però, non hanno ancora ricevuto alcuna ricarica.

Da cosa derivano tali ritardi? Si tratta di un problema generale oppure è legato ai requisiti richiesti dalla legge? Analizziamo nel dettaglio la vicenda e scopriamolo.

Non perdere il seguente aggiornamento: “Reddito di Cittadinanza: i ritardi nei pagamenti dipendono dalle elezioni? La risposta è inaspettata“.

Assegno Unico su RdC: il motivo dei ritardi

I nuclei familiari con figli a carico, che già beneficiano del Reddito di Cittadinanza, hanno diritto all’accredito diretto dell’Assegno Unico sulla carta RdC. Il versamento doveva essere effettuato dopo la ricarica della misura anti povertà, che, per il mese di settembre, era fissata per il giorno 27.

Numerosi cittadini, però, stanno segnalando dei ritardi nei pagamenti degli Assegni. Nello specifico, c’è chi ha avuto la disposizione di pagamento nel proprio fascicolo previdenziale (consultabile sul sito dell’INPS), ma non l’accredito delle somme; altri, invece, non hanno ricevuto neanche l’avviso di pagamento.

Finora, l’INPS non ha rilasciato alcun comunicato relativo a tali disservizi e, quindi, con molta probabilità, si tratterebbe di semplici ritardi che dovrebbero essere risolti nei prossimi giorni. Quello che i cittadini possono fare, dunque, è soltanto attendere l’elaborazione delle pratiche relative all’Assegno Unico ed evitare, per il momento, di effettuare solleciti.

Cosa si può fare se i soldi non arrivano?

Se, invece, le somme spettanti non dovessero essere accreditate neanche per la prossima settimana, allora i problemi potrebbero essere legati alla propria situazione familiare o reddituale. In questo caso, è consigliabile recarsi presso la sede territoriale INPS competente, mostrare i documenti necessari per la prestazione e accertarsi che non ci siano errori.

In alternativa, si può contattare l’Istituto di previdenza in tali modi:

  • telefonando al Contact Center, in maniera gratuita, da rete fissa al numero 803 164 oppure, a pagamento, da cellulare al numero 06 164 164. È possibile chiamare dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle ore 20 e il sabato dalle 8 alle 14. I cittadini che si trovano all’Estero, invece, possono telefonare ai numeri reperibili sul sito, corrispondenti alle singole Nazioni. L’Ente fornisce risposte in 8 lingue diverse;
  • utilizzando il servizio VoIP Parla con noi, fruibile da tutto il mondo;
  • sfruttando la piattaforma INPS Risponde, tramite il sito dell’Istituto;
  • inviando una Pec agli indirizzi reperibili sul portale online;
  • accedendo alle pagine social, come Inps per la Famiglia su Facebook, oppure tramite Twitter o Instagram.

Per maggiori informazioni, consulta il seguente articolo: “Aumenta l’assegno unico e universale per tutti: il trucco per calcolare il giusto importo“.

A quanto ammonta l’Assegno Unico?

Come si calcola la cifra dell’integrazione dell’Assegno Unico sul Reddito di Cittadinanza? L’importo spettante varia a seconda della fascia ISEE di appartenenza del nucleo familiare e del numero dei figli a carico. Alla somma base, poi, possono aggiungersi anche le maggiorazioni, nell’ipotesi, ad esempio, in cui vi siano figli con disabilità a carico.

In linea di principio, l’importo base dell’Assegno Unico varia da un minimo di 50 euro (per coloro che hanno un reddito uguale o maggiore di 40 mila euro) ad un massimo di 175 euro a figlio (se il reddito è pari o inferiore a 15 mila euro).

Nello specifico, gli importi base, relativi al numero di figli a carico, sono i seguenti:

  • da 85 a 175 euro, con ISEE fino a 15 mila euro;
  • da 73 a 150 euro, con reddito fino a 20 mila euro;
  • da 61 a 125 euro, con ISEE fino a 25 mila euro;
  • da 49 a 100, con ISEE fino a 30 mila euro;
  • da 37 a 75 euro, con reddito fino a 35 mila euro;
  • da 25 a 50 euro, con ISEE fino a 40 mila euro.

Come si calcola l’importo finale?

Tuttavia, per coloro che hanno diritto all’Assegno Unico come integrazione del RdC, le regole sono po’ diverse. Alla cifra base dell’Assegno Universale, infatti, deve essere decurtata la cd. quota minori Reddito di Cittadinanza, calcolata in base alla scala di equivalenza del proprio nucleo familiare.

In particolare, si applica la seguente formula:

(Rdc x Scala di equivalenza minori) / scala di equivalenza complessiva.

Un esempio può aiutare a comprendere l’operazione.

Se un nucleo familiare, formato da genitori e 2 figli minorenni, ha diritto a 500 euro al mese di RdC, il calcolo da fare sarà questo:

(500 x0,4 ossia 0,2 di scala di equivalenza per due figli)/1,8 pari a “1+ 0,4 per i maggiorenni e 0,2 per 2 figli minori” = 111.

La somma finale è la quota minori Reddito di Cittadinanza. Poi, a tale cifra bisogna sottrarre l’importo base dell’Assegno Unico, dunque:

(importo base Assegno Unico x numero di figli) – quota minori Rdc.

In base all’esempio riportato, si avrà:

(175 euro, che spettano per ISEE inferiore a 15 mila euro, x 2 figli) – 111,11 = 289,39 euro.

L’ultimo importo rappresenta la somma dell’Assegno su Reddito di Cittadinanza a cui si ha diritto per il mese di settembre.

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