La proposta di Riforma delle pensioni di UTP: quali contorni delineano l’uscita dal mondo del lavoro

UTP ha avanzato una proposta di Riforma delle pensioni per suggerire una possibile uscita dal mondo del lavoro nel 2023. 

Approfondiamo la conoscenza con la proposta che il gruppo Facebook Uniti per la Tutela della Pensione ha indicato per l’anno nuovo.

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I lavoratori attendono con troppo pazienza di conoscere il futuro pensionistico che li attende. Il 31 dicembre scadrà Quota 102 così come diversi scivoli pensionistici e, al momento, sembrerebbe inevitabile un ritorno della Legge Fornero dal 1° gennaio 2023. Eppure tale possibilità spaventa i cittadini che preferirebbero una soluzione più flessibile, equa ed economicamente soddisfacente. Basta importi delle pensioni insufficienti, basta accontentarsi di poche briciole dopo una vita di lavoro. Serve che il Governo – ormai il prossimo, quello che si formerà dopo il 25 settembre – introduca sistemi strutturali efficaci che tutelino i lavoratori di oggi e di domani. Al momento le idee scarseggiano e, oltre all’idea di Quota 41 per tutti avanzata da Salvini, pochi altri piani poco realizzabili sono giunti alle orecchie degli italiani. Ci pensa UTP a suggerire una proposta da valutare che vuole garantire equità e ampia flessibilità, proprio ciò che da decenni i lavoratori aspettano.

La proposta di Riforma delle Pensioni flessibile ed equa di UTP

La rigidità del passato va eliminata e bisogna introdurre un modo di pensare moderno e dalla parte dei lavoratori. La proposta di UTP in tema pensioni parte da questo presupposto. Secondo il gruppo nato su Facebook, le uniche condizioni richiedibili sono 62 anni di età e 20 anni di contributi maturati. In più, l’assegno pensionistico al momento dell’uscita dal mondo del lavoro dovrà essere pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale. Ciò significa che non dovranno esserci pensioni inferiori a 700 euro circa.

Partendo da questi tre paletti, poi, al lavoratori dovrebbe essere garantita ampia flessibilità. L’uscita a 62 anni, infatti, sarebbe solo una possibilità. Sarà il lavoratore stesso a scegliere il momento a lui più consono fino ai 70 anni. Il pensionamento ordinario, invece, dovrebbe essere fissato a 66 anni e non più 67 dato che a causa del Covid l’aspettativa di vita si è abbassata.

Per quanto riguarda le penalizzazioni da applicare in caso di uscita anticipata, il limite massimo dovrebbe essere del 6% andando in pensione a 62 anni. Stessa percentuale per l’incentivazione in caso di uscita a 70 anni.

Altri dettagli della proposta

La flessibilità nell’uscita dovrebbe essere garantita, dunque, a tutti i lavoratori. Non comporterebbe costi per lo Stato dato che il numero di chi deciderà di lasciare il lavoro a 62 anni si bilancerà, a detta di UTP, con quello dei lavoratori che continueranno a svolgere la propria occupazione fino a 70 anni.

In più, la proposta di Riforma delle pensioni prevede che pur andando in pensione prima del tempo sia concesso un lavoro extra eliminando le rigide regole di Quota 100 e Quota 102. Chi vuole continuare a lavorare dopo il pensionamento potrà continuare a farlo versando ulteriori contributi.

Per agevolare il ricambio generazionale, infine, dovrebbe essere concesso a tutti coloro che hanno maturato 41 anni di contributi di andare in pensione senza penalizzazioni. Far entrate prima i giovani nel mondo del lavoro è, secondo UTP, fondamentale.

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