Docenti e ATA, il countdown per la pensione è iniziato: le date da non dimenticare

Docenti e personale ATA pronti ad andare in pensione nel 2023 potranno inoltrare domanda di cessazione del servizio prima del previsto. Scopriamo le date da segnare sul calendario.

Il Ministero dell’Istruzione ha anticipato le date di invio delle richieste di cessazione del servizio per docenti e ATA.

docenti ATA
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I docenti e il personale ATA che desiderano andare in pensione dal 1° settembre 2023 dovranno inviare domanda di dimissioni volontarie per il pensionamento seguendo il calendario annualmente stabilito dal MIUR. Il Ministero dell’Istruzione in accordo con i sindacati si incontrano ogni anno per indicare la data di scadenza per l’inoltro delle richieste di cessazione del servizio. La procedura da seguire per docenti e ATA sarà telematica tramite il servizio POLIS “Istanze online” del sito del MIUR. Le date di riferimento per il 2022 sono il 21 ottobre per il personale dipendente del comparto scuola – docente, educativo, ATA – e il 28 febbraio 2023 per il personale dirigente.

Docenti e ATA, come inoltrare domanda di pensionamento

La vera domanda di pensionamento dovrà essere presentata all’INPS dopo aver svolto l’iniziale procedura telematica sul portale del MIUR. Sarà necessario essere in possesso delle credenziali digitali per accedere al portale dell’ente di previdenza sociale. In alternativa, il richiedente potrà sfruttare il servizio del Contact Center INPS oppure chiedere aiuto ai patronati.

Entro le date designate, dunque, dovranno procedere con l’inoltro delle istanze tutti coloro che desiderano andare in pensione dal 1° settembre 2023. Tra i requisiti da soddisfare compiere 67 anni tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2023. Le dimissioni di oggi sono necessarie per non far slittare l’uscita dal mondo del lavoro al 2024.

Le puntualizzazioni sulla pensione anticipata

Il requisito dei 67 anni è legato al raggiungimento della pensione di vecchiaia. I docenti e il personale ATA, però, possono andare in pensione anticipatamente. La tempistica da rispettare è la stessa, inviare domanda di cessazione del servizio nel 2022 per garantirsi il pensionamento nel 2023. Ciò non vale per chi dovesse maturare i requisiti di 65 anni e 42 anni e dieci mesi di contributi (41 e 10 mesi per le donne) entro il 31 agosto 2023.

Resta la necessità di inviare le dimissioni entro il 21 ottobre o il 28 febbraio 2023 per chi chiede di accedere alla pensione con Quota 41, Quota 100, Quota 102 o con la pensione anticipata ordinaria. Ricordiamo, infine, la possibilità per le lavoratrici di scegliere Opzione Donna. Questo scivolo consente di uscire dal mondo del lavoro con 35 anni di contributi maturanti entro il 31 dicembre 2021 e 58 anni di età raggiunti entro il 31 dicembre 2021.

In ballo una rilevante questione per docenti e ATA

Il sistema pensionistico del comparto scuola è altamente penalizzante per i lavoratori. Si tratta di un settore che racchiude il maggior numero di laureati ma che non tiene conto degli anni di contributi “persi” per studiare. La conseguenza più clamorosa dell’inefficienza del sistema è l’importo della pensione tra i più bassi del pubblico impiego.

Cause del problema sono il ritardo nell’accesso al mondo del lavoro legato all’assenza di un canale di reclutamento permanente, il mancato riconoscimento globale della carriera, il ritardo nel definire i rinnovi contrattuali e i criteri scelti per il calcolo dei contributi negli anni lavorativi e della laurea.

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