Cibi processati: cosa sono e perché potrebbero fare male, ecco uno studio che non lascia dubbi

I cibi processati sono quei cibi che vengono lavorati e poi confezionati e caratterizzati da una scadenza piuttosto lunga.

In molti sanno (ma alcuni fanno finta di non saperlo) che per avere una salute di ferro sono necessari una corretta alimentazione e un’adeguata attività fisica. Insomma, un corretto stile di vita.

cibi processati
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Riguardo all’alimentazione, si guarda spesso la composizione e la qualità nutrizionale di un alimento. In realtà, anche la modalità di lavorazione è un aspetto da considerare perché potrebbe avere degli effetti sulla salute. La modalità di cottura è indicata sull’etichetta. Quindi saper leggere e comprendere questa aiuterebbe i consumatori a una scelta più consapevole.

Cibi processati: cosa sono e perché potrebbero fare male, ecco uno studio in merito

I cibi processati (dall’inglese processed food) sono quelli alimenti che subiscono un qualsiasi tipo di trattamento o lavorazione affinché durino più a lungo. Questo include il congelamento, l’inscatolamento, l’aggiunta di sale, zucchero o additivi. Di conseguenza la maggior parte dei cibi che si comprano possono essere definiti processati.

Questi cibi non sono tutti uguali perché la lavorazione più essere differente. Infatti, alcuni possono essere più lavori di altri. Di conseguenza, non tutti sono dannosi alla salute. O almeno alcuni lo sono di più, mentre altri di meno.

Uno studio condotto dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l’Università dell’Insubria di Varese e Como, l’Università di Catania e Mediterranea Cardiocentro di Napoli ha sottolineato la pericolosità per la salute dei cibi processati.

La ricerca, pubblicata ad agosto 2022 sul British Medical Journal (BMJ 2022; 378 doi: https://doi.org/10.1136/bmj-2022-070688) ha monitorato per 12 anni lo stato di salute di oltre 22mila persone. Analizzando le loro abitudini alimentari i ricercatori hanno cercato di valutare anche il consumo di alimenti processati.

Le ricerche avrebbero rilevato che sono proprio i cibi processati a essere pericolosi per la salute. Infatti, aumenterebbero soprattutto il rischio di malattie cardiovascolari.

L’autrice principale dello studio, Marialaura Bonaccio, epidemiologa del Dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli ha dichiarato: «In realtà, oltre l’80 percento degli alimenti classificati come non salutari dal Nutri-Score sono anche ultra-lavorati. Questo suggerisce che il rischio aumentato di mortalità non è da imputare direttamente (o esclusivamente) alla bassa qualità nutrizionale di alcuni prodotti, bensì al fatto che questi siano anche ultra-lavorati».

Di conseguenza, in base allo studio alimenti che all’apparenza sembrerebbero sani, come le gallette o le fette biscottate, potrebbero invece essere pericolosi per la salute in quanto cibi processati.

Controllo consapevole dell’etichetta

Inoltre, secondo gli autori un aiuto ai consumatori per una scelta più consapevole del prodotto alimentare è dato dalle informazioni contenute nell’etichetta. Ma la nuova Nutri-Score (ideata in Francia attualmente al vaglio della Commissione europea) che utile a identificare i valori nutrizionali degli alimenti non basta.

Per questo gli autori della ricerca suggeriscono la classificazione NOVA. Questa valuta i cibi in base alla lavorazione del prodotto, ovvero quanta trasformazione abbia subito. Insomma, questa classifica individuerebbe quali alimenti sarebbero più o meno processati.

Tra questi alimenti rientrerebbero anche le bevande zuccherate e gassate, le creme spalmabili, fette biscottate, yogurt alla crema, alcuni cereali per la colazione.

Il consiglio dei ricercatori è quello di leggere l’etichetta dei prodotti controllando non solo gli ingredienti e il valore nutrizionale ma anche se il cibo sia o meno processato. Sicuramente comprare cibo fresco e di stagione aiuterebbe il nostro corpo a stare meglio.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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