Un nuovo studio ha evidenziato come il Covid aggredisce il Cervello, causando danni anche importanti. La scoperta.
Non è ancora finita. Vorremmo tutti poterci dimenticare del Covid, dei gravi problemi di salute che ancora riesce a perpetrare. Dei rischi di cui ancora si sa poco, ma che sono potenzialmente “dietro l’angolo”.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, forse, una malattia è riuscita a stravolgere completamente la vita in ogni Paese del mondo. Non solo a causa dei decessi. Tutto ciò che è ruotato attorno alla scoperta del virus e alla sua diffusione ha cambiato radicalmente molte cose. La concezione di salute e benessere, in primis. E poi i “danni collaterali”. All’economia, alla socialità, alla sanità stessa.
Dopo due anni, la situazione non sembra “risolta” completamente, anzi. Le varianti continuano a far paura. Anche se ormai tra vaccini e contagi forse abbiamo creato quel famoso “scudo” che ci proteggerà da effetti più gravi.
Però gli studi sui meccanismi di azione di questo virus proseguono. E si scoprono cose che non sono propriamente rassicuranti. Molte teorie, infatti, sostengono che il Covid possa danneggiare diverse parti del corpo, e non solamente i polmoni. Gli scienziati stanno approfondendo e uno degli ultimi studi ci racconta dei danni cerebrali che potremmo subire in caso di contagio.
Il recente studio dell’Università Campinas in Brasile getta nuove preoccupazioni sugli effetti del Covid, a breve e lungo termine. È possibile consultare la ricerca completa sulla rivista scientifica PNAS. Noi riportiamo un estratto della suddetta ricerca, dal quale si evince che ci sono prove sufficienti a dichiarare che il Covid agisce anche sul cervello.
“COVID-19 è una malattia causata dall’infezione da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) di sindrome respiratorio acuto severo. Sebbene i sintomi caratteristici di COVID-19 siano di natura respiratoria e correlati all’infezione polmonare, nei pazienti affetti da COVID-19 sono stati segnalati effetti extrapolmonari. Inclusi sintomi che coinvolgono il sistema nervoso centrale (SNC). In particolare, oltre il 30% dei pazienti ospedalizzati con COVID-19 manifesta sintomi neurologici e persino neuropsichiatrici. Alcuni presentano un grado variabile di encefalite. Ci sono segnalazioni crescenti di effetti persistenti e prolungati dopo COVID-19 acuto. […] Alcuni di questi sintomi persistenti sono sequele neuropsichiatriche.”
Lo studio ha analizzato molteplici pazienti, ed ecco cosa è emerso. “più della metà dei pazienti ospedalizzati ha continuato a mostrare sintomi neurologici fino a 3 mesi dopo la fase acuta. La compromissione della cognizione è stata confermata anche nei pazienti guariti dopo il ricovero. La compromissione neurologica è coerente con un danno sostanziale al sistema nervoso. Precedenti studi su pazienti con sindrome respiratoria acuta grave (SARS) hanno riportato la presenza del coronavirus SARS nel tessuto cerebrale e nel liquido cerebrospinale di soggetti che presentavano sintomi neurologici.”
Certo, come per tutte le ricerche, serviranno ulteriori prove ed esperimenti. Ma è chiaro che questo virus ha ancora purtroppo altre brutte sorpresa in serbo per noi. Naturalmente la speranza è che tutti questi studi servano per creare poi delle cure tempestive ed efficaci oltre a quelle già esistenti.
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