Se la Finanziaria applica interessi ‘da usura’ ci si può difendere: ecco la decisione che salva prestiti e mutui

A chi non è mai capitato di chiedere un prestito? Ma ogni Finanziaria applica interessi diversi, meglio quindi tutelarsi per tempo.

A volte chiediamo un finanziamento ad una società proprio perché la nostra Banca ce lo ha rifiutato. Infatti, a differenza di quest’ultima, una Finanziaria è specializzata proprio nell’erogazione di prestiti o mutui. Ma cosa succede se le condizioni non sono “legali”? Scopriamolo con una Sentenza del 27 giugno scorso.

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Chiedere un prestito è un’abitudine per gli italiani ormai consolidata da anni. La comodità di fare un acquisto o un investimento importante e poter pagare a rate si è rivelato un “motore per l’economia” molto fruttuoso. Nel tempo, molti sono gli istituti di credito bancari/postali e le finanziarie che hanno ideato vari prodotti, così da soddisfare svariate esigenze.

Certo servono delle garanzie, e per ottenere anche poche migliaia di Euro dobbiamo dimostrare di poter assolvere alle rate. Chi si trova in difficoltà, dunque, talvolta può capitare “nelle mani sbagliate”. Ovvero istituti che sì, erogano il prestito, ma che poi applicano interessi definiti da “usura”.

Esistono infatti limiti di Legge proprio per evitare questa forma illegale di concessione del denaro. Ma non è sempre facile individuarla. Soprattutto se “nascosta” tra formule contrattuali e cavilli linguistici che solamente un esperto saprebbe riconoscere.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite la Legge sull’usura 108/1996, effettua ogni 3 mesi una rilevazione del tasso applicato dalle banche e dalle finanziarie.

L’aumento del TEGM di un quarto, con un margine aggiuntivo del 4%, definisce il limite oltre il quale gli interessi si ritengono usurari. Al fine di non sfociare nel reato di usura, la differenza tra il limite e il tasso effettivo medio globale non deve superare gli 8 punti percentuali

Si tratta di nozioni che non sempre i cittadini conoscono, e senza le quali non possono tutelarsi da eventuali tentativi di “truffa”. Ecco però che con l’aiuto di esperti ci si può difendere e ottenere giustizia.

Se la Finanziaria applica interessi ‘da usura’: la sentenza del 27 giugno 2022

Riportiamo il caso di un cittadino, che nel 2007 ha stipulato un contratto con una finanziaria per ottenere un prestito. Nel tempo ha pagato le rate, onorando il debito. Nel 2019, però, il cliente dell’istituto finanziario ha capito che forse stava versando “troppi soldi”.

Si è dunque rivolto ad esperti del settore bancario/assicurativo, per capire se il contratto di finanziamento fosse “regolare”. L’analisi della documentazione ha subito portato gli esperti a individuare “diverse vessatorietà delle clausole contrattuali, tra cui l’applicazione di tassi usurai.”

Comincia il “calvario” del cittadino che, tramite avvocati, chiede la restituzione dei soldi versati in eccesso. Al rifiuto dell’Istituto di credito, è scattata la citazione in giudizio per il suddetto. Fortunatamente per il cittadino, la relazione del CTU nominato dal Giudice del Tribunale di competenza, ha confermato le irregolarità.

Con la sentenza emessa in data 27 giugno 2022, la finanziaria veniva quindi condannata a restituire al cliente tutti gli interessi in eccesso, nel caso specifico pari a quasi 6 mila Euro.

Questa sentenza ci aiuta a comprendere che in caso di dubbio è sempre bene affidarsi ad esperti. Ma soprattutto che le Leggi a tutela dei consumatori esistono e si devono far applicare.

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