Infarto, una scoperta incredibile aiuterebbe la prevenzione: chi deve stare in allerta

Una correlazione tra infarto e gruppo sanguigno potrebbe aiutare la prevenzione. Vediamo quali sono i risultati di una recente scoperta.

Le persone con un determinato gruppo sanguigno sarebbero più a rischio infarto. Scopriamo chi deve prestare particolare attenzione.

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L’infarto coinvolge il miocardio e capita in presenza di una necrosi del tessuto cardiaco provocata da un’ostruzione di una arteria coronarica. I sintomi possono essere diversi da paziente a paziente e hanno un’intensità variabile. In alcuni casi l’arresto cardiaco può essere completamente asintomatico ed improvviso mentre in altri soggetti è caratterizzato da una fitta la petto o al braccio con un senso di peso che dura per più di dieci minuti. L’età, il sesso, la familiarità sono fattori che possono esporre ad un maggior rischio di infarto al pari del fumo, del diabete, dei trigliceridi alti e dell’obesità. Altre cause conosciute sono la sedentarietà, la sindrome metabolica, lo stress, l’uso di sostanze stupefacenti e l’ipertensione arteriosa. Un nuovo studio, poi, ha rilevato una correlazione tra arresto cardiaco e gruppo sanguigno identificando le persone con gruppo A e B come maggiormente a rischio.

Infarto e gruppo sanguigno, lo studio

L’American Heart Association ha pubblicato uno studio – qui per leggere la ricerca – in cui si attesta l’associazione tra gruppo sanguigno A o B e infarto, arresto cardiaco e occlusioni. Parliamo di un 8% in più rispetto ai soggetti con gruppo 0, una percentuale non preoccupante, in relazione all’infarto e di un 10% in più per l’arresto cardiaco. I risultati dello studio diventano più significativi in riferimento all’occlusione. La percentuale di rischio in più sale fino al 51% per i gruppi A e B rispetto ai donatori universali.

La ricerca non spiega quale sia il motivo di questa correlazione accertata ma rappresenta comunque un importante riferimento per la prevenzione che si potrebbe concentrare sui soggetti più predisposti utilizzando terapie accurate.

Qual è l’importanza della ricerca

Secondo la dottoressa Hilde Groot, i medici di base potrebbero usare i risultati dello studio per prevenire e curare malattie cardiovascolari. I professionisti del settore dovrebbero includere e valutare attentamente l’informazione sul gruppo sanguigno dei pazienti per considerare rischi e fattori di cura.

Per i cittadini, invece, sapere di avere un gruppo sanguigno con maggiore predisposizione alle occlusioni potrebbe aiutare ad effettuare scelte consapevoli in relazione all’alimentazione e all’attività fisica. Uno stile di vita sano ed equilibrato è consigliato per le persone con gruppo A e B soprattutto per tenere sotto controllo tutti gli altri fattori di rischio citati precedentemente.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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