Sei disoccupato e malato? Sappi che lo Stato ti paga i contributi figurativi utili alla pensione se presenti domanda

La tutela dei contributi figurativi a favore della persona con patologie e disoccupata. I dettagli.

I contributi figurativi sono una utile agevolazione a favore del lavoratore malato e che non trova lavoro. Tuttavia attenzione alle regole e ai limiti per usufruirne.

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Foto Canva

Come indicato nel sito web INPS, i contributi figurativi sono contributi accreditati nelle Gestioni pensionistiche dei lavoratori pubblici o in quelle dei lavoratori privati, senza onere a carico degli stessi. Certamente rappresentano una non indifferente agevolazione ma, al contempo, possono far insorgere questioni pratiche che meritano una risposta.

Di seguito intendiamo dare una risposta al caso di una lettrice che ci scrive, segnalando che ha ancora pochi mesi di contributi per arrivare ai vent’anni di versamenti, che servono per accedere alla pensione di vecchiaia ai 67 anni. Ebbene chiede come comportarsi, nel caso in cui il CAF indichi di fare richiesta per i contributi figurativi all’INPS e poi quest’ultimo rigetti i vari certificati presentati, tranne uno (la donna soffre di alcune patologie e non trova lavoro da diverso tempo).

Ebbene, come comportarsi in questi casi? Quale tutela è prevista per la lavoratrice o il lavoratore che vuole maturare i contributi richiesti ed accedere così alla pensione di vecchiaia? Quali i limiti? Scopriamolo di seguito.

Contributi figurativi e diritti del lavoratore: il contesto di riferimento

In linea generale, dobbiamo sottolineare che in alcuni periodi in cui il lavoratore non può svolgere la normale attività lavorativa (per malattia, maternità, disoccupazione, cassa integrazione, invalidità o altri motivi), il datore di lavoro non ha l’obbligo di pagare i relativi contributi previdenziali.

Ma attenzione: in alcuni di questi casi, meritevoli di tutela, per assicurare comunque ai lavoratori la copertura assicurativa e il diritto alla pensione, la legge dispone l’accreditamento dei contributi figurativi, sul conto assicurativo dei lavoratori iscritti presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori subordinati.

Detti periodi perciò, anche se senza contribuzione obbligatoria o versata ad altro titolo:

  • sono coperti sul piano pensionistico;
  • sono considerati utili sia ai fini del diritto che della misura della pensione.

Si chiamano contributi figurativi in quanto si tratta di contributi non versati né dal datore di lavoro né dal lavoratore, per periodi nei quali si è verificata una interruzione o una diminuzione dell’attività lavorativa. Essi sono infatti accreditati direttamente dallo Stato.

In altre parole i contributi figurativi sono riferiti a periodi tassativamente individuati dalla legge nei quali – nonostante si emersa una interruzione o una riduzione dell’attività lavorativa – è comunque assicurata la copertura contributiva. Ciò vale per il caso della patologia / malattia debitamente acclarata, ma a determinate condizioni.

Il caso della malattia o patologia: ecco cosa ricordare

Abbiamo accennato al fatto l’accredito si riferisce esclusivamente ad alcuni lassi di tempo della carriera lavorativa, precisamente individuati dalla legge. Con specifico riferimento ai dipendenti del settore privato, i contributi figurativi valgono ad es. nei casi di cassa integrazione, ma anche nei casi di infortunio e malattia.

Proprio quest’ultima qui interessa, e la tutela grazie ai contributi figurativi in malattia opera alle seguenti condizioni:

  • il periodo massimo di accredito figurativo per l’assenza dovuta a malattia è stato per lungo tempo indicato in 52 settimane (12 mesi) nell’intera vita assicurativa;
  • dal primo gennaio 1997 la copertura è cresciuta progressivamente di due mesi ogni tre anni, fino a raggiungere il tetto limite pari a 22 mesi (95 settimane), nell’intera vita assicurativa.

I contributi figurativi sono generalmente accreditati su domanda degli interessati e – di solito – in occasione della domanda di pensione. Non vi sono termini di scadenza a riguardo.

Tuttavia, in una prospettiva di semplificazione, ormai procede l’Inps d’ufficio per i casi di malattia, sulla base dei dati di cui è in possesso. E ciò pur con l’eccezione di quei casi che vedono l’istituto di previdenza impossibilitato a disporre degli elementi di denuncia e calcolo obbligatori, in mancanza di comunicazione del lavoratore o della lavoratrice.

Il limite massimo di contributi figurativi accreditabili per il caso della malattia

Per quanto attiene al numero massimo di contributi cumulabili, abbiamo dunque limiti temporali che attengono non alla contribuzione complessiva in sè, ma agli eventi associati alla contribuzione figurativa. Per quanto riguarda la contribuzione figurativa in ipotesi di malattie / patologie – lo ribadiamo – il massimo accreditabile è pari a 22 mesi.

Infine ricordiamo che i contributi figurativi non debbono essere confusi con i contributi volontari. Anch’essi rappresentano comunque una soluzione per guadagnarsi la pensione, a patto di rispettarne le precise regole come abbiamo già notato in questo articolo.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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