Buoni Fruttiferi, qui qualcuno mente: risparmiatori infuriati con Poste Italiane (quanto hanno perso?)

Continua la bufera sui Buoni Fruttiferi Postale. Sotto “indagine” i Buoni della serie Q emessi tra il 1986 e il 1995. “Gli interessi sono più bassi del previsto”, accusano i clienti di Poste Italiane.

Una class action che da qualche mese imperversa ma che per Federconsumatori ha riservato qualche amara sorpresa. Facciamo il punto della situazione.

Buoni Fruttiferi serie Q
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Cosa sta accadendo ai Buoni Fruttiferi Postali? Lo strumento di risparmio che i piccoli risparmiatori prediligono per tutelare il proprio denaro e vederlo crescere nel tempo sta creando scompiglio per alcune accuse che i clienti di Poste Italiane rivolgono all’azienda. Cause attive sono legate al problema della prescrizione di alcuni Buoni con conseguente perdita del capitale e degli interessi da parte del titolare. Diverse sentenze hanno dato ragione ai contribuenti ma la questione è ancora lontana dall’essere completamente risolta. Ora si aggiunge una nuova questione che da qualche mese ha scatenato una piccola rivoluzione dei piccoli risparmiatori. Gli interessi non sono quelli stabiliti da contratto, ecco l’accusa rivolta a Poste Italiane.

Buoni Fruttiferi, dov’è il risparmio promesso?

I consumatori sentono di essere stati ingannati dalle promesse di Poste Italiane in relazione ai Buoni Fruttiferi Postali della serie Q emessa tra il 1° luglio 1986 e il 31 ottobre 1995. Federconsumatori si è attivata per difendere i diritti dei titolari dei suddetti Buoni iniziando una class action che è stata bocciata nel mese di gennaio dal Tribunale di Roma. Tale bocciatura non ha posto fine alla questione. Il problema degli interessi inferiori rispetto a quanto stabilito durante la sottoscrizione del prodotto è particolarmente sentito dai consumatori che si sentono defraudati dei possibili guadagni.

Federconsumatori sostiene che i Buoni Fruttiferi della serie Q sarebbero dovuti essere liquidati al lordo delle ritenute fiscali. Poste Italiane, al contrario, ha applicato la ritenuta del 12,5% liquidando il titolo al netto delle ritenute fiscali. Nonostante la bocciatura della prima class action, come accennato, l’Associazione di tutela dei consumatori ha continuato a sostenere la propria tesi per poter far riconoscere ai proprietari dei Buoni i giusti interessi. Da qui l’inizio di una serie di ricorsi da parte dei cittadini per ottenere giustizia.

I risultati dei ricorsi dei consumatori

La maggior parte dei ricorsi sono stati rinviati nei prossimi anni, anche fino al 2025 e quelli relativi alla serie Q al 2023. La giustizia italiana dimostra ancora una volta di avere dei tempi molto lunghi che generano frustrazione e rabbia nei cittadini onesti. Federconsumatori ha comunicato che cercherà di far velocizzare le tempistiche dei tempi giudiziari in modo tale che i risparmiatori possano ottenere giustizia prima dell’arrivo di un nuovo anno. Un’utopia? Molto probabilmente sì ma l’importante per i consumatori è di non essere lasciati soli ad affrontare questa battaglia e di riuscire, prima o poi, a ricevere i giusti interessi.

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