Alimentazione e sostanza nociva a rischio tumore ‘Acrilammide’ contenuta in 8 alimenti a cui fare attenzione

Per tutelare la nostra salute ma soprattutto quella dei nostri figli, dobbiamo capire dove si trova l’Acrilammide. 

Questa sostanza tossica è altamente nociva per l’uomo e molti studi dimostrano che favorisca l’insorgenza di tumori. Ma la cosa peggiore è che sono i bambini dai 6 ai 12 mesi che rischiano di più. L’Acrilammide si trova in tantissimi cibi che siamo abituati a mangiare tutti i giorni.

'Acrilammide'
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Negli ultimi anni è cresciuto l’allarme per l’Acrilammide, una sostanza tossica che ha effetti molto gravi sulla salute dell’uomo. Reca danni neurologici, citotossici (alle cellule) e ha azione cancerogena. L’effetto più grave è che lo sviluppo di tumori coinvolge soprattutto i bambini più piccoli.

Per cercare di tutelare la salute pubblica, l’Europa ha introdotto un severo regolamento per le aziende che producono determinati cibi affinché la quantità finale di Acrilammide fosse sostenibile. Purtroppo è impossibile controllare qualsiasi alimento prodotto a livello industriale, ecco perché dobbiamo imparare a conoscere l’Acrilammide e i modi per difenderci da soli.

Cos’è e dove si trova l’Acrilammide, incredibile quante volte al giorno la assumiamo

L’Acrilammide non è una sostanza che si trova a prescindere nei cibi. Si forma invece a seguito di procedimento di cottura. Gli alimenti a rischio sono quelli che contengono amidi, e quindi pane, pizza, biscotti, fette biscottate, cracker e anche corn-flakes. Già da questa lista comprendiamo che ogni giorno siamo a rischio.

L’Acrilammide si forma quando i cibi vengono cotti ad alte temperature (solamente 120 gradi) oppure sottoposti a frittura. Non solo i prodotti industriali dunque sono a rischio, ma anche quelli che prepariamo in casa, come le classiche patate fritte o al forno. Persino il caffè è a rischio Acrilammide, a causa della tostatura dei chicchi che avviene ad alte temperature.

Uno studio ha scoperto che i soggetti più a rischio sono i bambini piccoli

Immaginare che i bambini di 6 o 12 mesi sono a rischio cancro è davvero inquietante. Uno studio italiano, pubblicato nel 2021 sulla rivista scientifica Foods, ha interessato 90 campioni di alimenti per lo svezzamento. I classici biscotti destinati a piccoli di età tra i 4 e i 36 mesi. I risultati sono sconcertanti. È stata dimostrata una percentuale altissima di esposizione cancerogena: tra l’87 e il 94%.

Numeri davvero preoccupanti, tanto che i ricercatori consigliano di ridurre notevolmente l’introduzione di determinati prodotti da forno per bambini in età da svezzamento. Le capacità dell’organismo di contrastare sostanze tossiche, in questa fascia d’età, è infatti molto più bassa che negli adulti.

Come evitare di assumere Acrilammide

Una volta compreso il meccanismo di formazione della sostanza tossica, possiamo adottare alcune semplici abitudini. Ad esempio, quando acquistiamo i prodotti da forno al supermercato possiamo scegliere quelli meno “abbrustoliti”. Più scuro è il colore del pane, dei cracker o delle focacce più Acrilammide si è sviluppata. Nelle preparazioni casalinghe, dobbiamo scartare la crosticina bruciata del pane, dei biscotti o della pizza.

Oltre a queste raccomandazioni, gli studiosi ci offrono un’altra soluzione per combattere efficacemente l’azione dell’Acrilammide sull’organismo. Alcuni studi hanno infatti scoperto che la Vitamina C ha un effetto “barriera” e aiuta a smaltire meglio la sostanza. Quando si mangia del fritto, ad esempio, è bene irrorarlo con abbondante limone. Ma bisogna anche accompagnare la portata con porzioni di frutta e verdura, specialmente broccoli, cavoli, spinaci e peperoni.

In fondo, è un po’ quello che facciamo durante una bella grigliata con gli amici. Solo che adesso sappiamo meglio come tutelarci dai prodotti industriali e soprattutto come salvaguardare ancora di più la salute dei nostri figli.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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