Quarta dose per tutti perché Omicron buca il vaccino, ma intanto spunta uno studio che ne denuncia gravi effetti collaterali

Le dichiarazioni del professor Palù e di AIFA fanno capire che serve la quarta dose per tutti perché Omicron buca il vaccino. Nel mentre, studi di rilievo denunciano effetti avversi molto gravi.

Omicron sta contagiando praticamente tutti. Le varianti 4 e 5 si stanno diffondendo velocemente, anche tra i vaccinati. Per fortuna, sembra che la sintomatologia sia lieve. In questo scenario, con le restrizioni che di fatto sono quasi scomparse, stiamo cercando di convivere col virus.

omicron buca il vaccino
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La situazione è sotto controllo grazie ai vaccini? La risposta non è così semplice. In questi due anni, sono molti e divergenti i pareri della comunità scientifica. Se da una parte la maggioranza degli esperti ne è sicura, dall’altra una piccola percentuale di studiosi ha da sempre sollevato dubbi.

Omicron buca il vaccino, gli antivirali non decollano, e alcuni studi riportano gravi problemi al cuore in chi si è sottoposto al siero

Questa è praticamente la situazione ad oggi. Come afferma anche il professor Palù (professore emerito di Virologia all’Università di Padova) in un’intervista concessa a La Stampa. “L’Ema ha ricordato che per l’intera popolazione bisogna puntare su vaccini aggiornati alle varianti e sottovarianti circolanti, oltre a cercare nel lungo periodo un vaccino polivalente contro tutti i coronavirus” e prosegue “Ormai sappiamo che le varianti di Omicron sono in grado di rompere l’immunità data sia dall’infezione naturale sia dal vaccino“. L’ex membro del CTS dunque non nega che i sieri attuali non siano la “magica soluzione” contro la lotta al virus.

Per quanto riguarda l’introduzione degli antivirali, siamo ancora in fase di stallo. Il Professor Palù ne loda i benefici, ma ad oggi ne vengono prescritti pochissimi. “Gli antivirali classici diretti contro gli enzimi replicativi di Sars-Cov-2 non risentono delle mutazioni sulla proteina Spike. Mentre Remdesivir va somministrato per endovena, il Paxlovid è usato per via orale. Interagendo con tanti altri medicinali necessita di prescrizione e risulta efficace entro 72 ore dall’infezione“.

Lo studio effettuato in Israele che desta preoccupazione

In uno scenario come quello che ci viene presentato, sembrerebbe che sia solo una questione di “aggiornamento” dei vaccini. A distanza di due anni, con la popolazione mondiale vaccinata quasi al 100% ovunque, il virus fa ancora morti, e le misure di contenimento che sono state prese hanno influito notevolmente sulla qualità di vita delle persone.

La crisi economica, i problemi psicologici, e persino una presunta correlazione con i casi di epatite tra i bambini. Molti esperti, in questo senso, ipotizzano un abbassamento generalizzato delle difese immunitarie, proprio a causa dei lockdown e dello stress psicologico subito in questi due anni. Nel mentre, cominciano a diventare sempre più ampi i casi di effetti collaterali dovuti al vaccino, comprese alcune “morti improvvise e inspiegabili” soprattutto tra i giovanissimi.

Nel 2021, sul Giornale Italiano di Cardiologia, venivano pubblicati alcuni dati e le conclusioni degli esperti: “Casi di miocardite e pericardite in giovani individui, prevalentemente di sesso maschile, dopo la vaccinazione mRNA contro il COVID-19 si possono verificare molto raramente”. Ma oggi le cose sembrano essere cambiate, o quantomeno in via di sviluppo.

Un autorevole studio, pubblicato su Nature, denuncia un numero crescente di casi di miocardite, e di problemi al cuore nei giovani vaccinati. La ricerca mette in evidenza un preoccupante aumento di eventi cardiovascolari d’emergenza nella popolazione under 40 in molti Paesi.

La ricerca pubblicata sulla rivista Nature

La comunità scientifica è d’accordo sul fatto che il Covid-19 possa causare tra le altre cose problemi cardiocircolatori. Parliamo di coagulazioni del sangue, sindromi coronariche acute, arresti cardiaci e miocarditi. È da questa considerazione che parte lo studio effettuato e che guarda anche dati provenienti da Germania e Scozia.

Nel documento pubblicato su Nature (su cui la redazione tiene a specificare che è sottoposto a riserva ed eventuali aggiornamenti) le conclusioni sono preoccupanti.

“Nel periodo gennaio-maggio 2021 è stato rilevato un aumento di oltre il 25% in entrambi i tipi di chiamata, rispetto agli anni 2019-2020. Utilizzando modelli di regressione binomiale negativa, i conteggi settimanali delle chiamate di emergenza erano significativamente associati ai tassi di prima e seconda dose di vaccino somministrata a questa fascia di età, ma non ai tassi di infezione da COVID-19.”

Pur non stabilendo relazioni causali, “i risultati sollevano preoccupazioni per quanto riguarda gli effetti collaterali cardiovascolari gravi non rilevati indotti dal vaccino e sottolineano la relazione causale già stabilita tra vaccini e miocardite, una causa frequente di arresto cardiaco inaspettato nei giovani“.

Non è tutto perché lo studio si conclude con affermazioni piuttosto precise: “Esiste un’associazione solida e statisticamente significativa tra il conteggio settimanale delle chiamate CA – arresto cardiaco – e ACS – sindrome coronarica acuta, in pratica infarto – e i tassi di prima e seconda dose di vaccino somministrata a questa fascia di età.”

Nonostante ci siano ancora dubbi circa il rapporto rischi-benefici della vaccinazione contro il Covid 19, e vi sia l’evidenza che Omicron buca il vaccino, la comunità scientifica e l’AIFA affermano che “La vaccinazione resta fondamentale. Purtroppo l’utilità della quarta dose viene sottovalutata sia in Italia sia in altri Paesi come la Germania“.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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