Il prezzi salgono troppo, cosi rischiamo tutti: quel prodotto scomparirà

Al momento la situazione vissuta dall’Europa è troppo delicata per non sottolinearne alcuni fondamentali aspetti.

Cosa succede ad oggi nel nostro paese? Quali dinamiche oggi si innescano ed impediscono di fatto al nostro quotidiano di affermarsi cosi come nelle precedenti settimane. Troppe le difficoltà, troppi i momenti di incertezza legati a spesso troppo fragili istanze. Oggi quello che viviamo soprattutto nella grande distribuzione è un ritorno a quel timore che nei mesi scorsi in fase particolare ha caratterizzato più che mai le nostre giornata. Paura che tutto finisca che i beni alimentari risultino introvabili che alcuni prodotti possano diventare a breve introvabili.

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In Italia cosi come in tutto il continente la minaccia della guerra ha fatto sentire alta la sua voce, sono settimane ormai che tutto rischia di esplodere da un momento all’altro. Il caro carburante, le relative difficoltà legate alla grande distribuzione, il trasporto di merci. Tutto rischia di bloccarsi per i prezzi eccessivi di benzina e diesel. Tutto rischia lo stop ma tutto al momento sembra essere assolutamente sotto controllo, anche se la paura è sempre viva. Non solo i cittadini guardano alla possibilità di scenari negativi, anche determinate associazioni cominciano ad essere seriamente preoccupate per ciò che potrebbe essere a breve.

Coldiretti, (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti), la più grande associazione presente come rappresentanza del contesto agricolo italiano, ha di fatto lanciato un allarme ben preciso, una preoccupazione ben consolidata. La crisi innescata dal conflitto in Ucraina rischia di avere ripercussioni inattese sul nostro mercato. Alcuni prodotti, uno in particolare, rischiano di scomparire del tutto dagli scaffali dei nostri supermercati, e questo non dipende certo da noi, ma dalle dinamiche innescata da questa situazione tanto complessa.

Il prezzi salgono troppo, cosi rischiamo tutti: ecco cosa potrebbe succedere ai pomodori

Coldiretti, insomma, lancia la propria visione delle cose, la propria posizione in merito ad uno specifico prodotto che rischia di essere di fatto inghiottito dalla crisi innescata dal conflitto in questi giorni in atto: “Senza accordo sul prezzo del pomodoro per pochi centesimi al chilo rischia tutta la produzione di salsa e passate Made in Italy proprio in un momento in cui con la guerra in Ucraina e l’esplosione dei costi delle materie prime e dell’energia l’Italia ha bisogno di mettere in campo tutte le sue risorse per garantire le produzioni alimentarie e le forniture di cibo alle famiglie italiane”. La nota in questione è apparsa nei giorni scorsi presso i canali ufficiali dell’associazione.

Quello che non si conosce di queste particolari dinamiche è legato a tutte le operazioni che generalmente un’azienda di produzione di pomodori deve mettere in campa prima di far arrivare il prodotto specifico sulle nostre tavole. L’aumento sconsiderato dei prezzi rischia di generare un paradosso per niente irrilevante. I costi legati all’imballaggio, ad esempio, del prodotto specifico rischia di superare di gran lunga quello del trasporto chiaramente necessario alle varie aziende. Di conseguenza il tutto rischia di collassare con evidenti ripercussioni sulla nostra economia.

Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, si arriva al paradosso. Pagare più la bottiglia del pomodoro in essa contenuto. Ad esempio – spiega ancora nella nota Coldiretti – in una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità”.

L’Italia, oggi, nella produzione di polpe e trasformati derivanti dal pomodoro detiene uno dei primi posti nello specifico settore, in tutto il mondo. Nel solo 2021 sono stati coltivati 71mila ettari a pomodoro su tutto il territorio italiano, per un raccolto pari a oltre 6 miliardi di chili.

Il rischio concreto è che la nostra produzione possa essere in qualche modo schiacciata da quella di altri paesi. Contesti che negli ultimi anni hanno visto aumentare il proprio giro d’affari in merito. Il tutto ha insomma bisogno di essere in qualche modo riveduto, per non rischiare conseguenze assolutamente inimmaginabili. Coldiretti avvisa le istituzioni, il problema è ad oggi più che rilevante.

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