Un regalo alle donne: il sussidio che permette di rifarsi una vita

Nel 2020 è stata istituita una nuova forma di aiuto. Il Governo ha messo in campo una misura contro la violenza sulle donne. Un cospicuo contributo economico per permettere a chi è in difficoltà di cominciare una nuova vita.

Probabilmente tutti conoscono il Reddito di Cittadinanza, ma forse in pochi hanno sentito parlare del Reddito di Libertà. Questo aiuto economico esiste già dal 2020.

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Probabilmente tutti conoscono il Reddito di Cittadinanza, ma forse in pochi hanno sentito parlare del Reddito di Libertà. Questo aiuto economico esiste già dal 2020.

Fu approvato con un Decreto, esattamente il Numero 35 del 19 Maggio. Forse ancora meno persone ricordano come durante il lockdown le situazioni di disagio familiare aumentarono a dismisura. Vittime, ancora una volta, le donne. Costrette a subire (ancora di più) la violenza di quegli “uomini” che almeno, in tempi “normali” si assentavano da casa per andare a lavorare. Il fenomeno non è certo scomparso, anzi. Basta fare una ricerca in rete. I numeri sono sconcertanti.

Violenza sulle Donne, i dati al 2021

Come riportano diverse agenzie di stampa, ma anche lo stesso ISTAT nei rapporti annuali, nel 2021 “in Italia sono stati registrati 289 omicidi, con 116 vittime donne di cui 100 uccise in ambito familiare o affettivo; di queste, 68 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.” Una donna ogni 3 giorni.

La violenza di genere, di riflesso, colpisce anche i minori presenti in casa. Le madri, le donne, non riescono a reagire perché fragili, perché devono proteggere anche i loro figli. Lo stesso Istat, in un documento datato novembre 2021, affrontava l’evoluzione della situazione partendo da ciò che era successo proprio durante il lockdown.

La pandemia Covid-19 e le misure adottate per il contenimento della sua diffusione (ad esempio il confinamento tra le mura domestiche), così come il dispiegarsi delle conseguenze socio-economiche della crisi innescata dall’emergenza sanitaria, possono aver accentuato il rischio di comportamenti violenti.

Molti studiosi e stakeholder hanno parlato di una emergenza nella emergenza. UN WOMEN – l’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne – la definisce una emergenza-ombra legata alla pandemia (shadow pandemic) o una crisi nascosta (shadow crisis) […]

Alle difficoltà delle donne che subiscono la violenza vanno affiancate, inoltre, le criticità presentate per i minori che vivono nelle situazioni di violenza e le difficoltà amplificate per i gruppi di popolazione particolarmente vulnerabili, come le donne  straniere e con disabilità, o appartenenti a realtà sociali ed economiche svantaggiate.

Violenza sulle Donne, il Governo vara il Reddito di Libertà

In questo contesto, emerge chiaramente che una delle difficoltà primarie delle donne nel sottrarsi alla violenza domestica è la debolezza economica. Purtroppo il retaggio culturale pesa ancora molto sulle dinamiche familiari. Alla donna, spesso, viene “affibbiato” il compito di crescere i figli e governare la casa. Le donne stesse, a cui è stato insegnato che questo è normale, non cercano l’indipendenza, non sono motivate a lavorare. Al momento in cui si presenta una qualche difficoltà, semplicemente non hanno i mezzi per andarsene.

Ecco che il Governo, proprio nell’anno della pandemia e dei lockdown (forse spinto a riflettere sulla crescita del fenomeno), ha approvato una manovra per tentare di aiutare le donne in difficoltà. Stiamo parlando del Reddito di Libertà. Si tratta di un contributo economico di circa 400€ al mese, che però viene erogato in un’unica soluzione. Ciò per dare la possibilità alle donne di allontanarsi dall’ambiente domestico molesto, e ricominciare una nuova vita.

Come funziona il RdL

Per ottenere il Reddito di Libertà, bisogna che la donna effettui un determinato “percorso”, non solamente burocratico. L’aspetto più difficile quando si parla di violenza sulle donne è la difficoltà delle stesse a uscire dalla paura, ad agire. Chi ha bisogno di aiuto, però, ha a disposizione una rete operativa e sempre attiva. Basta rivolgersi anche al proprio Comune di residenza. Esistono svariati Centri Antiviolenza, che accolgono chiunque abbia bisogno di supporto psicologico e offrono anche assistenza legale gratuita se necessario. Una volta fatto il primo passo, quello più difficile ma il più importante, saranno le Asl, i Servizi Sociali, il Comune stesso ad aiutare la donna in difficoltà.

La domanda di Reddito di Libertà, infatti, è subordinata alla conoscenza della situazione da parte del Comune di residenza o dei Centri antiviolenza. Nei moduli da compilare è obbligatorio inserire determinate informazioni, come ad esempio: “i riferimenti relativi alle dichiarazioni necessarie per l’ammissione al beneficio, ossia l’attestazione della condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinaria e urgente rilasciata dal servizio sociale professionale di riferimento territoriale, e la dichiarazione che attesta il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, rilasciata dal legale rappresentante del centro antiviolenza.”

Come funziona l’erogazione del Reddito di Libertà

Una volta accolta la domanda, la richiedente riceverà i soldi in un’unica erogazione. 400€ mensili per 1 anno, quindi 4.800€. Possono essere versati su un conto corrente, un libretto postale oppure su una carta ricaricabile. La misura economica è compatibile con altri sussidi eventualmente percepiti, come il Reddito di Cittadinanza o NaspI ad esempio. E l’importo non fa cumulo ai fini IRPEF.

Fortunatamente, la misura istituita nel 2020 è ancora attiva e con l’approvazione della legge di Bilancio 2022 il Reddito di Libertà è stata nuovamente finanziata e incrementata di 5 milioni di euro.

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