Ci sono contributi che penalizzano la pensione, ma il nostro sistema previdenziale permette di eliminarli. Analizziamo nel dettaglio quali sono e come fare.
I contributi “nocivi” nascono per effetto del diverso calcolo della pensione, e anche se un lavoratore ha maturato un’anzianità contributiva può ricevere un assegno pensionistico più basso.

Questa situazione si manifesta con il calcolo della pensione retributiva, in quanto il calcolo è effettuato considerando la media delle retribuzioni maturate in un arco temporale ben definito. Di solito, il calcolo si basa sugli ultimi anni di carriera lavorativa. Però, le retribuzioni dell’ultimo periodo sono di solito più basse, i motivi sono svariati (dimensionamento, riduzione orario lavorativo, passaggio al part-time, eccetera).
Pensione troppo bassa: la neutralizzazione dei contributi nocivi permette di avere un assegno più alto
Per ovviare a questa stortura la Corte Costituzionale è intervenuta a favore di un lavoratore che ha chiesto la neutralizzazione dei contributi, escludendo così i contributi che penalizzavano l’assegno pensione. La sentenza numero 82 del 2017 ha segnato un passo positivo per i lavoratori, successivamente ci sono state altre sentenze che hanno tutelato i lavoratori sui contributi penalizzanti.

La neutralizzazione dei contributi, ha l’obiettivo di garantire una pensione equa ai cittadini in base ai vari calcoli della pensione. Precisiamo che attualmente ci sono 3 modi per effettuare il calcolo e tutti considerano un determinato arco temporale (sistema misto, contributivo e retributivo).
Una recente sentenza la numero 112 del 2024 ha specificato che la neutralizzazione si può effettuare solo su contributivi figurativi o per periodi collocati nei ultimi cinque anni prima della pensione, ma solo per un massimo di 260 settimane.
Per ottenere la neutralizzazione contributiva da parte dell’INPS, è necessario presentare una domanda contestualmente alla domanda di pensionamento. Alla domanda dovranno essere allegati i documenti che dimostrino l’effetto della penalizzazione contributiva.
Alcuni contributi non si potranno neutralizzare, come i contributi versati per il riscatto della laurea, quando questo determina una riduzione del trattamento pensionistico. Infatti, la Corte ha precisato che la neutralizzazione in alcuni casi permette ai cittadini di scegliere il rimedio può favorevole nel calcolo della pensione. Questo sistema annullerebbe il”principio di certezza” del sistema previdenziale. Pertanto, il contributi versati per il riscatto ha come obbiettivo di incrementare l’anzianità contributiva e raggiungere il diritto alla pensione e tale diritto non deve necessariamente aumentare l’importo della pensione.
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