Pensione anticipata e più ricca: la circolare INPS che apre le porte a tutti

INPS, nuove opportunità previdenziali per i lavoratori italiani: cosa cambia con le ultime disposizioni normative.

L’estratto contributivo INPS rappresenta un documento fondamentale per ogni lavoratore, riassume infatti l’intera storia previdenziale e permette di verificare la propria posizione ai fini pensionistici.

Persona introno a un tavolo
Pensione anticipata e più ricca: la circolare INPS che apre le porte a tutti – Informazioneoggi.it

Può infatti capitare di riscontrare periodi lavorativi privi di copertura contributiva, situazione che può derivare da omissioni del datore di lavoro o da altre irregolarità amministrative. Questi “vuoti contributivi” possono influire negativamente sia sull’accesso alla pensione anticipata sia sull’importo finale dell’assegno previdenziale.

Fino a poco tempo fa, il recupero di contributi non versati era subordinato a rigidi termini di prescrizione, generalmente fissati in cinque anni. Superato questo termine, molti lavoratori ritenevano impossibile sanare la propria posizione contributiva, accettando di fatto una riduzione dei propri diritti previdenziali.

La svolta inaspettata: recuperare i contributi prescritti è ora possibile

Con la circolare n. 48 del 24 febbraio 2025, l’INPS ha introdotto una vera e propria rivoluzione nel sistema previdenziale italiano. Grazie alle modifiche apportate dall’articolo 30 della Legge n. 203 del 2024 (Collegato Lavoro), entrate in vigore il 12 gennaio 2025, i lavoratori possono ora richiedere il riscatto contributi anche per quei periodi che sembravano irrimediabilmente perduti a causa della prescrizione.

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La novità più rilevante riguarda la possibilità di costituire una rendita vitalizia per coprire i periodi lavorativi privi di contribuzione. Questo strumento, disciplinato dall’articolo 13 della Legge n. 1338 del 1962, consente di rimediare alle omissioni contributive del datore di lavoro, anche quando i termini ordinari di prescrizione (cinque anni) sono ormai decorsi.

Tale richiesta può essere presentata non solo dal datore di lavoro inadempiente, ma anche direttamente dal lavoratore interessato, con onere economico a proprio carico. Questo rappresenta una svolta epocale: il lavoratore non è più ostaggio delle inadempienze altrui e può autonomamente tutelare la propria posizione previdenziale.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22802 del 7 agosto 2025, ha ulteriormente precisato i termini temporali entro cui è possibile agire. Dopo la prescrizione contributiva quinquennale, il datore di lavoro ha dieci anni per richiedere la costituzione della rendita. Decorso inutilmente questo termine, il lavoratore può sostituirsi al datore per i successivi dieci anni. Ma la vera novità introdotta nel 2025 è che, anche spirato quest’ultimo termine, il lavoratore mantiene il diritto di costituire la rendita senza limiti temporali.

Per accedere a questa opportunità, è necessario fornire prove documentali dell’effettiva esistenza del rapporto di lavoro: buste paga, libretti di lavoro, lettere di assunzione o licenziamento, documenti che devono essere di data certa e redatti all’epoca del rapporto lavorativo. L’INPS valuta attentamente ogni richiesta per evitare la costituzione di posizioni fittizie, ma quando la documentazione è adeguata, il recupero dei periodi contributivi diventa una realtà concreta che può fare la differenza tra una pensione dignitosa e anni di sacrifici aggiuntivi.

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