Spunta l’ipotesi della pace fiscale nel 2026: cosa c’è dietro alla mossa a sorpresa che elimina i debiti dei contribuenti

L’Esecutivo sta escogitando una nuova definizione agevolata delle cartelle di pagamento, per reperire le risorse per la riforma IRPEF.

A breve si avranno notizie certe sulle novità più significative della Legge di Bilancio 2026. Tra gli argomenti più dibattuti, c’è l’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. La misura avrebbe un duplice scopo: aiutare i contribuenti e le imprese a saldare i propri debiti con il Fisco e reperire le misure finanziarie necessarie per consentire una nuova rivisitazione degli scaglioni IRPEF.

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Spunta l’ipotesi della pace fiscale nel 2026: cosa c’è dietro alla mossa a sorpresa? (informazioneoggi.it)

Le altre quattro rottamazioni non hanno prodotto gli effetti sperati, perché se è vero che hanno consentito a molte persone di regolarizzare con maggiore facilità la propria posizione, bisogna anche ammettere che l’operazione è costata cara allo Stato. Circa 48 miliardi di euro, infatti, non sono stati incassati, rispetto alla somma ipotizzata. Tale somma si aggiunge ai debiti accumulati e non riscossi, che ora sono pari a 1.280 miliardi di euro. Le precedenti rottamazioni si sono dimostrate fallimentari in tali termini e, quindi, si sta pensando a un’alternativa.

Nuova sanatoria cartelle esattoriali: il progetto servirà a modificare gli scaglioni IRPEF

L’intento della maggioranza politica sarebbe quello di ridurre l’aliquota applicabile alla seconda aliquota IRPEF, che scenderebbe dal 35% al 33%. Contemporaneamente, in tale fascia verrebbero ricompresi tutti i contribuenti con reddito fino a 60 mila euro.

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Nuova sanatoria cartelle esattoriali: il progetto servirà a modificare gli scaglioni IRPEF (informazioneoggi.it)

Per realizzare il piano, tuttavia, servono adeguate risorse finanziarie; per tale motivo, si è pensato a una nuova definizione agevolata delle cartelle, per finanziare il taglio dell’IRPEF. È quasi certa una prossima sanatoria, per recuperare liquidità da destinare alla riforma fiscale; si tratterebbe di un’astuta mossa per consentire ai debiti di non rimanere scoperti e risanare le casse pubbliche. La promessa perenne di campagne di rottamazione, però, potrebbe anche causare effetti deleteri, perché i cittadini potrebbero essere invogliati a non pagare le tasse regolarmente e a trasgredire alle regole fiscali, forti della certezza che, prima o poi, verrà avviata una nuova sanatoria per regolarizzare la propria posizione con forti sconti.

In questo modo, verrebbero disincentivati i contribuenti adempienti, che provvedono a versare quanto dovuto entro le scadenze legali. Alla luce di tali considerazioni, non basterà provvedere a una quinta rottamazione, ma alla manovra dovrà seguire una vera e propria riforma diretta a rendere il meccanismo di riscossione più equo, senza la necessità di mettere in atto una nuova pace fiscale, che potrebbe provocare non pochi problemi nella gestione del complicato rapporto tra lo Stato e i cittadini.

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