Basta un piccolo errore per incorrere in un accertamento del Fisco dopo un bonifico bancario ad un parente o amico.
Essendo lo strumento di trasferimento dei soldi preferito dagli italiani è normale che il Fisco monitori attentamente i bonifici bancari. I contribuenti non devono lasciarsi ingannare dalla semplicità d’uso di questo mezzo di pagamento perché commettere un errore è molto facile e porterà guai.

Le conseguenze di un accertamento fiscale variano in base alla gravità delle violazioni riscontrate. Chi non ha commesso alcun illecito non subirà effetti, sanzioni, pignoramenti e così via ma avrà sprecato solo del tempo. Il contribuente accusato, infatti, ha l’obbligo di portare prove a sostegno della propria condotta legale e dimostrare di non aver violato alcuna normativa.
In caso contrario scatteranno accuse di varia natura, anche penali riscontrando evasione fiscale. Insomma, sempre meglio evitare di finire nel mirino del Fisco anche per sbaglio. A tal fine è importante sapere come muoversi e cosa controlla il Fisco. Conti correnti, versamenti, prelievi, trasferimenti di denaro. I bonifici, in particolare, sono strumenti usati dall’Agenzia delle Entrate per individuare gli evasori e i criminali.
Come evitare accertamenti del Fisco sui bonifici
Tutti i bonifici possono essere campanelli d’allarme per il Fisco, pure quelli tra parenti. Ecco perché bisogna evitare di far suonare questa campanella agendo correttamente senza commettere errori involontari. Ciò che il Fisco cerca sono specialmente eventuali redditi non dichiarati o soldi spostati a copertura di qualche traffico losco. Per evitare fraintendimenti è bene scrivere con chiarezza la causale del bonifico.

Non è sufficiente “Regalo” ma bisogna essere il più precisi possibili indicando anche il nome del destinatario e il motivo della donazione. Si tratta di soldi per festeggiare il compleanno o la laurea oppure di un aiuto per l’acquisto di una macchina? La causale esplicita evita gli accertamenti fiscali. Un secondo dettaglio a cui fare attenzione è la frequenza dei bonifici. Se ripetuti nel tempo ad intervalli regolari potrebbero destare sospetti. Potrebbe trattarsi di un lavoro in nero fatto passare per altro? Ciò succede anche per i versamenti e i prelievi con frequenza regolare.
Infine grande attenzione all’importo di denaro trasferito. Sebbene non ci siano limiti definiti dalla Legge per i bonifici bisogna rientrare nella modica cifra. E come si stabilisce quando la somma è modica e quando no? Tutti dipende dalle disponibilità economiche di chi effettua il bonifico. Se il padre che ha sul conto 100.000 euro ne invia 15.000 al figlio per comprare l’auto il Fisco non sarà sospettoso. Se, invece, il genitore che ha 17.000 euro sul conto ne invia 10.000 al figlio allora il bonifico farà scattare un allarme. In questo caso la cifra non sarà considerata di modico valore e il trasferimento dovrà essere compiuto tramite donazione davanti ad un notaio.