Un dettaglio apparentemente innocuo potrebbe trasformarsi in un rischio nascosto per la tua sicurezza: cosa sapere sui pacchi fantasma.
Aprire la porta di casa e trovare un avviso lasciato dal corriere è un’esperienza comune. Capita spesso di non essere presenti al momento della consegna e di dover riprogrammare il recapito di un pacco o di un ordine tanto atteso. In quei casi, un biglietto o un adesivo sembrano la cosa più normale al mondo, un dettaglio di routine che non desta sospetti.

Ma cosa accadrebbe se dietro a quel semplice avviso non ci fosse realmente una spedizione? Cosa succederebbe se il biglietto fosse l’inizio di un inganno studiato per ottenere informazioni sensibili, password o persino denaro? La sensazione di normalità che accompagna un messaggio del genere può trasformarsi in un pericoloso punto cieco per chi non presta attenzione.
La nuova truffa dei pacchi fantasma
Gli esperti di sicurezza informatica hanno identificato un fenomeno in rapida diffusione: la cosiddetta truffa dei pacchi fantasma. Non si tratta di un errore di consegna o di un pacco smarrito, bensì di un inganno che sfrutta la fiducia delle persone nei confronti dei servizi di spedizione. Al posto del pacco, la vittima riceve un biglietto o un adesivo con un messaggio che segnala una presunta mancata consegna.

Il contenuto di queste lettere è studiato per generare urgenza e spingere all’azione. Frasi come “non eri in casa” o “il tuo regalo del valore di 200 dollari è disponibile solo di persona” invitano a contattare un numero di telefono, visitare un sito web o scansionare un codice QR. È proprio in questi passaggi che scatta la trappola: l’utente, convinto di risolvere un disguido, finisce per inserire dati di pagamento, credenziali o codici di sicurezza temporanei.
Secondo analisi di Kaspersky, il sistema non si limita alle comunicazioni digitali: in alcuni casi, viene richiesto un piccolo pagamento per “sbloccare” o rispedire l’ordine. Ciò che sembra una banale commissione può trasformarsi in un addebito molto più alto, oppure nell’accesso ai dati bancari della vittima. In scenari più avanzati, addirittura un falso “corriere” potrebbe presentarsi di persona per ritirare denaro in contanti, rafforzando l’illusione della legittimità della consegna.
Un ulteriore aspetto inquietante è la provenienza delle informazioni utilizzate per orchestrare questi attacchi. Gli indirizzi e i dati personali delle vittime provengono spesso da elenchi acquistati nel mercato nero digitale, dimostrando che chi riceve questi avvisi è stato già preso di mira con precisione.
Il risultato è una combinazione di elementi familiari — un adesivo, un biglietto, una promessa di consegna — trasformati in strumenti di manipolazione psicologica. In un contesto in cui gli acquisti online sono parte della vita quotidiana, la truffa dei pacchi fantasma riesce a mimetizzarsi perfettamente, rendendo difficile distinguere tra una comunicazione autentica e un inganno sofisticato.