Pensioni 2026, sacrificare il TFR per uscire prima dal mondo del lavoro: i sindacati non ci stanno

I piani per le pensioni 2026 si stanno delineando e, al momento, su due ipotesi una è completamente inadatta per i sindacati.

Le previsioni per il prossimo futuro non sono rosee per i lavoratori. Si parla di una riduzione delle uscite di pensionamento anticipato e di usare il TFR per uscire dal mondo del lavoro. Questa seconda possibilità è inaccettabile per i sindacati, togliere la vera essenza del Trattamento.

Coppia riflette
Pensioni 2026, sacrificare il TFR per uscire prima dal mondo del lavoro: i sindacati non ci stanno (Informazioneoggi.it)

A fine dicembre la Legge di Bilancio 2026 dovrà essere pronta con tutte le misure pensate per i lavoratori, le imprese, le famiglie. Un tema caldo è quello delle pensioni. Ci sono delle esigenze di cui tener conto per evitare che il sistema previdenziale collassi ma dall’altra parte è giusto che alcune richieste dei lavoratori vengano soddisfatte.

Bisogna togliersi dalla testa l’idea che possano arrivare nuove forme di pensionamento dalla parte dei cittadini, strutturali, flessibili e senza grosse penalizzazioni. C’è l’idea di una Quota 41 flessibile con l’uscita fissata a 62 anni di età, 41 anni di contributi, penalità fissa del 2% dell’assegno per ogni anno di anticipo rispetto i 67 anni e un’esenzione dalla penalizzazione per chi ha un ISEE entro 35 mila euro. Ma siamo ancora nel campo delle ipotesi, bisogna vedere se questa misura potrà realmente essere introdotta.

TRF coinvolto nelle pensioni anticipati, la proposta che non piace ai sindacati

I costi INPS per le pensioni sono esagerati. Tanti pensionati e pochi lavoratori, questa situazione è devastante per il sistema previdenziale. Servono interventi per correggere il tiro, il Governo si sofferma sulla riduzione delle uscite di pensionamento anticipato o sul peggioramento delle condizioni delle stesse per evitare che i lavoratori possa sceglierle con leggerezza.

Tre frecce
TRF coinvolto nelle pensioni anticipati, la proposta che non piace ai sindacati (Informazioneoggi.it)

Ci sono due esigenze contrapposte da soddisfare. Da una parte salvare i conti pubblici, dall’altra permettere ai cittadini di andare in pensione prima dei 67 anni senza tagli drastici dell’assegno. Difficile trovare una soluzione che le soddisfi entrambe. La prima delle ipotesi al vaglio del Governo è quella di congelare l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile previsto a partire dal 2027. I lavoratori potrebbero continuare ad andare in pensione a 67 anni e non a 67 anni e tre mesi e anche le pensioni anticipate non verrebbero toccate. La felicità degli italiani avrebbe un costo di 2 miliardi di euro.

La seconda proposta – quella disprezzata dai sindacati – è di usare il TFR per rendere più accessibile la pensione contributiva a 64 anni. L’idea è di permettere il pensionamento anche a chi ha maturato contributi prima del 1996 e di consentire di utilizzare il TFR per raggiungere il limite minimo richiesto per la pensione. Per i sindacati significa ledere i diritti acquisiti dei lavoratori, per il Governo aiutare chi ha una carriera discontinua e non ha creato una pensione integrativa. In ogni caso la scelta spetterebbe al lavoratore.

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