Crescono i costi nascosti della mobilità: cosa aspettarsi se si possiede un automobile nel 2026.
Negli ultimi anni i prezzi della benzina hanno subito aumenti costanti, tanto da diventare quasi una consuetudine, un abitudine con cui gli automobilisti italiani hanno imparato a fare i conti.

I più oculati si domandano se esista un modo per prevedere quanto si spenderanno nei a venire e come le abitudini di guida possano influire sui consumi.
Non è raro che questa incertezza generi preoccupazione, soprattutto per chi percorre molti chilometri ogni giorno per lavoro o per necessità familiari. L’aumento dei prezzi del carburante è percepito come un problema immediato, ma pochi immaginano che dietro questa apparente fluttuazione ci sia un cambiamento sistematico e pianificato, destinato a incidere sensibilmente sul bilancio familiare e sulla spesa quotidiana.
Cosa cambia con il riallineamento delle accise su benzina e diesel
A partire dal 2026 in Italia entrerà in vigore una nuova tassa sui carburanti, rutto di un riallineamento delle accise tra benzina e gasolio, come richiesto dall’Unione Europea. Il governo italiano ha decido di ridurre gradualmente l’accise sulla benzina andando ad aumentare quella sul gasolio, l’obiettivo è quello di avvicinare le due tariffe fino a uniformarle entro il 2030.

Questo potrebbe comportare per chi possiede un veicolo diesel un aumento del costo del carburante, mentre gli automobilisti a benzina potrebbero registrare una lieve diminuzione.
La logica alla base di questa scelta è duplice: da un lato, allineare le accise riduce uno squilibrio fiscale che l’UE considera un sussidio ambientalmente dannoso; dall’altro, mira a incentivare politiche più ecologiche e sostenibili, riducendo le emissioni di CO₂. I primi effetti di questa decisione si sono già visti a maggio 2025, quando le accise sul gasolio hanno subito un aumento di 1,5 centesimi al litro, mentre quelle sulla benzina sono state ridotte del medesimo importo.
Il risultato è un graduale riallineamento dei prezzi che, secondo le stime, potrebbe far lievitare la spesa per gli automobilisti diesel di centinaia di milioni di euro già nei primi anni. Per lo Stato, invece, si prospetta un incremento significativo delle entrate, destinate in parte al finanziamento del trasporto pubblico locale.
Anche se i numeri sembrano piccoli a livello di litro, nel complesso del mese e dell’anno l’impatto economico può risultare rilevante, soprattutto per chi percorre molti chilometri quotidianamente.