Se si acquista casa all’asta, si può rischiare di rimanere privato del bene? Sì, lo dimostra questa triste vicenda.
Sta facendo discutere la vicenda di una donna che ha speso circa 400 mila euro per comprare un immobile all’asta, per poi vedere bloccata l’operazione dal giudice penale. L’edificio era oggetto di sequestro preventivo, ma il giudice dell’esecuzione aveva specificato che tale circostanza non ostacolava la vendita.

Nello stesso bando era specificato che, dopo l’aggiudicazione definitiva, l’acquirente avrebbe potuto chiedere il dissequestro al giudice penale. L’epilogo, tuttavia, non è stato quello sperato. Per quale motivo? Analizziamo la vicenda, che solleva numerosi interrogativi.
Se la casa comprata all’asta è sotto sequestro, si rischia di perdere i soldi?
La vicenda ha come protagonista un immobile ubicato ad Assisi, sequestrato per bancarotta fraudolenta per distrazione. Nel 2022, il bene è stato interessato da una procedura esecutiva immobiliare, in seguito a un’ipoteca iscritta nel 2002 a garanzia di un mutuo stipulato dalla società che deteneva l’immobile.

Nonostante il sequestro preventivo, il giudice dell’esecuzione ha approvato la vendita forzata, concedendo all’aggiudicatario la facoltà di ottenere, in un secondo momento, il dissequestro. Il 26 aprile del 2024, l’immobile è stato venduto alla signora per 353.100 euro. Dopo il pagamento dell’intera somma, l’interessata ha adito il giudice penale per richiedere il dissequestro, ma il Tribunale di Perugia ha rigettato l’istanza, sottolineando che fosse il sequestro preventivo a prevale sul pignoramento civile, perché trascritto prima. Il rigetto, poi, è stato confermato anche dal Tribunale del Riesame.
Attualmente, la donna non ha ancora ottenuto l’immobile e rischia di perdere l’intera somma spesa, perché l’immobile potrebbe essere confiscato e devoluto allo Stato, nonostante la protagonista di questa triste vicenda non sia direttamente coinvolta nel procedimento. A questo danno si somma anche la “beffa”, perché la donna è titolare di un’attività e ha investito i propri risparmi per avviare un nuovo progetto proprio nell’immobile in questione; a tal fine, ha anche inviato domanda per la partecipazione a un bando regionale tramite Sviluppo Umbria.
Ad oggi, la proprietà è ancora sottoposta a sequestro, fino a quando non si concluderà il processo penale. La donna, anche se è la proprietaria legittima, non ha la facoltà di disporre liberamente del bene. La vicenda solleva una serie di perplessità sul funzionamento dell’intero sistema, soprattutto in relazione al rapporto tra sequestro preventivo ed esecuzione forzata. La buona fede dell’aggiudicatario non è, dunque, sufficiente per scongiurare la confisca? La vendita è stata autorizzata a scapito dell’interessata? Sono domande a cui si dovrà dare presto risposta.