Oggi chi è pervenuto una domanda di un Lettore, si tratta di un pensionato che teme la perdita dell’assegno mensile da parte dell’INPS. Ha letto che potrebbe essere il prossimo esodato insieme a tanti, per colpa della Riforma Fornero.
Ma cosa significa la parola “esodato”, usata molto spesso anche in modo improprio.

In effetti, il termine “esodati”, è stato coniato durante un periodo molto difficile, in cui il Governo ha preso delle decisioni che hanno penalizzato molti lavoratori/pensionati. Il termine significa “lavoratori messi in uscita dal posto di lavoro”. Attraverso la Riforma Fornero, chiamata anche riforma “lacrime e sangue”, molti lavoratori hanno perso il lavoro in previsione del pensionamento anticipato, ma con la riforma del 2011, si sono trovati in una situazione di stallo, fuori dal lavoro e senza i nuovi requisiti per accedere alla pensione.
Ritornano gli esodati della Riforma Fornero: cosa succederà dal 2026
Attualmente è possibile accedere alla pensione con 67 anni di età e almeno venti anni di contributi. Esiste anche la pensione anticipata che consente di uscire prima dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Questa misura non prevede il requisito anagrafico.

Ogni due anni è previsto l’aggiornamento dei requisiti all’aspettativa di vita. Questo comporta il rischio che l’età pensionabile possa arrivare a 70 anni, quindi si potrà accedere alla pensione di vecchiaia molto più tardi. Invece, per la pensione anticipata il requisito contributivo potrebbe arrivare a 43 anni.
Da qui il termine “esodati”, perché chi spera nel 2027 di andare in pensione si potrebbe trovare in una situazione diversa ad oggi, con requisiti più stringenti.
I lavoratori hanno paura che si possa ripresentare la stessa situazione del 2011, quando i lavoratori si sono trovati senza lavoro e senza trattamento pensionistico. Questa situazione potrebbe investire i lavoratori che hanno scelto l’isopensione, lo scivolo che permette di accedere alla pensione.
Al momento è presto ipotizzare una situazione del genere, il quanto il Governo, attraverso i tavoli tecnici, cerca di trovare la soluzione che aiuti i lavoratori e le casse dello stato.
In scadenza al 31 dicembre 2025: l’Opzione Donna, l’Ape Sociale e la Quota 103. In sostituzione di queste misure, il Governo studia una nuova misura che permette il pensionamento a 64 anni, con il sistema contributivo misto. Questo comporterebbe una penalizzazione minore rispetto alla pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Inoltre, allo studio anche la possibilità di utilizzare una quota del TFR, bloccando l’età pensionabile dal 2027. Queste sono tutte ipotesi, per sapere qualcosa di certo bisogna attendere la Legge di Bilancio che sarà definita entro fine anno.
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