Stop agli avvisi bonari ad agosto, ma con possibili eccezioni da parte dell’Agenzia Entrate.
A partire dal 2024, grazie a quanto previsto dal decreto Adempimenti (D. Lgs. n. 1/2024), i contribuenti italiani possono contare su una tregua fiscale nei mesi di agosto e dicembre. In questi due periodi dell’anno, l’Agenzia delle Entrate sospende l’invio di alcune comunicazioni fiscali, tra cui gli avvisi bonari e le lettere di compliance, offrendo così una pausa tanto attesa da professionisti e cittadini.

Nel dettaglio, durante i mesi indicati, non vengono trasmesse le comunicazioni relative agli esiti dei controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni fiscali, comprese le liquidazioni delle imposte su redditi a tassazione separata, e gli inviti all’adempimento spontaneo. L’obiettivo è quello di evitare che i contribuenti debbano gestire incombenze fiscali proprio nel pieno delle vacanze estive o delle festività natalizie.
Quando l’Agenzia può comunque inviare avvisi bonari
Tuttavia, il blocco previsto non è assoluto. La normativa stabilisce che l’Agenzia Entrate può derogare alla sospensione nei casi di “indifferibilità e urgenza”. Tali circostanze, pur non essendo elencate in modo tassativo, sono state chiarite nella Circolare n. 8/E del 2024.

Esempi pratici includono situazioni in cui il mancato invio della comunicazione potrebbe compromettere la riscossione dei tributi oppure nei casi in cui il destinatario risulti sottoposto a procedure concorsuali. In questi frangenti, l’amministrazione finanziaria è legittimata a inviare avvisi bonari o lettere di compliance anche nei periodi normalmente coperti dalla sospensione.
Per il contribuente che si dovesse trovare a ricevere un avviso durante le ferie, il consiglio è innanzitutto quello di non allarmarsi. La ricezione non implica automaticamente una responsabilità accertata. È possibile, infatti, che la comunicazione sia infondata e che la violazione contestata non sussista.
In primo luogo, è opportuno esaminare attentamente il contenuto dell’avviso, preferibilmente con il supporto di un commercialista. Successivamente, si dovrebbe verificare se l’invio dell’avviso ricade in uno dei casi di urgenza ammessi dalla normativa. Questo passaggio è fondamentale per comprendere se l’amministrazione ha agito nel rispetto della deroga prevista dalla legge.
Infine, qualora si ritenga che la pretesa tributaria sia priva di fondamento, è possibile valutare diverse opzioni: presentare un’istanza in autotutela, intraprendere un ricorso, oppure optare per la regolarizzazione della propria posizione fiscale, qualora risultasse più vantaggiosa sul piano economico e temporale.
Ricevere un avviso bonario in un periodo festivo può generare comprensibile disagio, ma un approccio razionale e ben informato permette di affrontare la situazione con maggiore serenità. Comprendere i limiti della sospensione e i margini di legittimità dell’azione dell’Agenzia è il primo passo per tutelare i propri diritti.