In arrivo SMS o mail di conferma con 60 giorni per mettersi in regola, sono le novità incluse nel messaggio INPS numero 2388 del 29 luglio 2025 sull’assegno di inclusione e per coloro che percepiscono il Supporto per la Formazione e il Lavoro.
L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura a sostegno delle persone con difficoltà economiche, si tratta di una prestazione erogata dall’INPS in base a specifici requisiti. Tra cui la scala di equivalenza per i cosiddetti “carichi di cura”.

Di recente, l’INPS ha pubblicato nuovi chiarimenti (messaggio n. 592 del 17 febbraio 2025) per spiegare cosa accade quando questi carichi non vengono indicati nella domanda ma ci sarebbero tutti i presupposti per riconoscerli.
Messaggio INPS numero 2388 del 29 luglio 2025: chiarimenti sull’Assegno di Inclusione e domande riaccolte
Quando in una famiglia ci sono bambini piccoli (sotto i tre anni), almeno tre figli minori, oppure persone con disabilità o non autosufficienti, il carico di cura può essere attribuito automaticamente a un adulto del nucleo familiare, anche se non è stato indicato esplicitamente in fase di domanda. Per legge, questo vale solo se si tratta di soggetti che rientrano nei parametri che danno diritto alla prestazione. Inoltre, i servizi sociali possono poi decidere, in base alla valutazione del nucleo familiare, se confermare o modificare questa attribuzione.

La situazione si complica, se il beneficiario ha già presentato domanda per il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), un’altra misura di sostegno legata all’inserimento lavorativo?. Infatti, chi percepisce il SFL non può ricevere il carico di cura, le due cose sono incompatibili tra loro.
L’INPS, per evitare errori nei pagamenti, ha deciso che in questi casi non procederà con l’attribuzione automatica del carico di cura al soggetto che ha un SFL attivo, anche se non ci sono altri adulti nel nucleo familiare a cui assegnarlo. La persona continuerà a ricevere il SFL finché la domanda resterà accolta, ma potrà sempre scegliere di rinunciarvi. Se lo farà, o se terminerà il periodo previsto per il sostegno, potrà tornare a essere considerata per il carico di cura nell’ambito dell’ADI.
Molte domande in passato sono state respinte dall’INPS per reddito troppo alto, ma in realtà, i richiedenti avevano i requisiti per ottenere l’assegno ADI se fosse stato indicato il carico di cura. L’INPS, a fronte di questi ultimi chiarimenti, ha riesaminato le pratiche d’ufficio e accolto le domande. Anche se, l’Istituto ha sospeso le domande a molte famiglie che non avevano comunicato le variazioni occupazionali avvenute nel periodo dalla presentazione della domanda all’attuale accoglimento.
I beneficiari possono riattivarla presentando il modello ADI-Com esteso rivolgendosi a un patronato, a un CAF oppure direttamente alla sede INPS. L’importante è indicare la data corretta in cui si è verificata la variazione lavorativa, anche risalente al 2024.
I beneficiari che ricevono un SMS o una e-mail dall’INPS con l’avviso di sospensione, hanno 60 giorni di tempo per regolarizzare la propria situazione, scaduto tale termine la domanda sarà definitivamente chiusa.
È possibile consultare qui il messaggio INPS numero 2388 del 29-07-2025
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