Incontro sui social e investimenti facili in criptovalute, la banca costretta a rimborsare 13.494 euro ad un pensionato

Le criptovalute sono ormai una vera e propria forma di investimento, e quasi tutti si avvicinano per ottenere guadagni facili. Ma le truffe sono dietro l’angolo e si rischia di perdere tutto il capitale.

Il caso che ha esaminato l’Arbitro Finanziario Bancario, riguarda una persona che pensava di investire in criptovalute e ottenere guadagni facili e sicuri, ma il contatto conosciuto sui social, nascondeva una truffa ben organizzata.

Uomo anziano con tessera bancaria in mano
Incontro sui social e investimenti facili in criptovalute, la banca costretta a rimborsare 13.494 euro ad un pensionato – Informazioneoggi.it

Ed è così che un pensionato si è visto sottrarre 93.000 euro, versati su conti correnti intestati a sconosciuti e non legati alla piattaforma trading. Le operazioni erano stati effettuati verso truffatori che si spacciavano per consulenti finanziari e avevano creato anche una piattaforma falsa per rendere tutto il più veritiero possibile.

Investimenti in criptovalute e truffa verso un pensionato, la banca responsabile in parte

Il pensionato che ha sempre ricevuto le comunicazione tramite i social, ha effettuato numerose operazioni nell’arco di pochi mesi, utilizzando anche i risparmi della madre di cui lui era firmatario. Solo quando ha capito di essere stato raggirato si è rivolto alla banca chiedendo il rimborso di tutti i versamenti effettuati. La motivazione della richiesta di rimborso è che quest’ultima avrebbe dovuto allertarsi dinanzi a operazioni anomale, per numero e importo.

Criptovaluta
Investimenti in criptovalute e truffa verso un pensionato, la banca responsabile in parte – Informazioneoggi.it

La banca ha risposto che non ha responsabilità sull’accaduto, i bonifici erano autorizzati direttamente dal cliente con le sue credenziali. Ad eseminare il caso, l’ABF che ha analizzato tutta la documentazione presentata dai ricorrenti. Dai movimenti del conto è emerso che l’uomo, con un reddito mensile di circa 320 euro, aveva disposto pagamenti da migliaia di euro, cosa che non aveva mai fatto in passato.  L’intermediario, pur consapevole dell’improvvisa impennata di operazioni (alcune anche per 15.000 euro) non ha attivato alcun sistema di controllo, né ha chiamato il cliente per avere conferma di tale operazioni.

Il Collegio, pur ritenendo responsabile il cliente, la banca doveva allertarsi, i segnali di allarme erano evidenti per far scattare le misure di sicurezza. Ed è per questo che obbliga la banca a versare una parte dell’importo sottratto, pari a 13.494 euro. (Decisione numero 3376 del 01 aprile 2025)

Questa decisione evidenzia due aspetti: il primo l’importanza della banca nel monitorare le operazioni sospese per prevenire frodi online, l’altro riguarda un aspetto personale, non bisogna fidarsi da chi vi proietta guadagni facili, i social sono un mezzo di comunicazione, ma possono essere molto pericolosi.

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