Accedere alla pensione è un traguardo importante, il nostro sistema previdenziale, prevede misure che permettono di anticiparla ma con requisiti stringenti e un preciso iter da seguire, ad esempio l’APE Sociale.
Una Lettrice ci scrive in qualità di caregiver: “Ho inoltrato la richiesta dell’APE Sociale rispettando i tempi previsti come caregiver, ma sono mesi e non ho ottenuto ancora la valutazione ufficiale. Se mia madre viene a mancare, perdo il diritto alla pensione?”

In alcuni casi, l’attesa di una risposta da parte dell’INPS può diventare un ostacolo effettivo per chi ha presentato domanda di certificazione del diritto all’Ape Sociale. Come il caso della nostra Lettrice, che non a distanza di mesi, non ha ancora ottenuto alcuna valutazione ufficiale. Una situazione che genera incertezza ma rischia di compromettere la possibilità di accedere alla misura previdenziale.
Pensione APE Sociale: quando l’INPS ritarda la risposta sulla certificazione dei requisiti per caregiver
La risposta dell’INPS, per le domande presentate entro il 31 marzo, sulla certificazione dei requisiti dovrebbe essere rilasciata entro il 30 giugno. Purtroppo, questa scadenza non è sempre rispettata. La risposta tardiva è un vero ostacolo in quanto non è possibile comunicare all’azienda la volontà di accedere all’Ape Sociale, con un eventuale rischio economico per mancanza di preavviso in caso di esito positivo.
Ma c’è anche un altro aspetto, molto più significativo, se il diritto alla prestazione previdenziale, è legato ai lavoratori che assistono un familiare con legge 104 e grave disabilità (caregiver), il ritardo potrebbe portare alla perdita definitiva del beneficio, nel caso sopraggiungano eventi imprevedibili, come il decesso della persona assistita.
Cosa fare se l’INPS ritarda nella risposta? È fondamentale agire per tempo, in primis, accedere al portale INPS e verificare se ci sono aggiornamenti o comunicazioni nella sezione riservata alla propria domanda. Poi, si può contattare il Contact Center oppure utilizzare il servizio “INPS Risponde” disponibile sul sito istituzionale. Anche il Patronato, che ha seguito la pratica, avendo un canale preferenziale con l’Istituto, può ottenere chiarimenti o sollecitare l’INPS.
Nel caso in cui nessuno di questi metodi rilascia una risposta concreta, è possibile presentare un formale sollecito alla sede INPS competente, inviando una PEC in cui si espone dettagliatamente la situazione e si chiede la chiusura della pratica. Nel caso il ritardo ha comportato un danno documentabile, è consigliato rivolgersi a un avvocato, specializzato in pratiche di previdenza, per capire se è possibile chi chiedere un risarcimento.
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