Quando l’eredità porta con sé anche imposte arretrate, può diventare un onere più che un vantaggio.
Quando viene a mancare un proprio caro, accettare la sua eredità non significa solo entrare in possesso dei suoi beni e immobili.

Questo atto implica anche l’assumersi le responsabilità fiscale lasciate in sospeso dal defunto. Tra queste, una delle più frequenti riguarda il mancato versamento dell’IMU, ovvero l’imposta municipale propria dovuta per il possesso di immobili diversi dell’abitazione principale.
In molti si domandando se, in caso di decesso del contribuente, il debito IMU si estingua o se venga trasmesso agli eredi. La risposta, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, non lascia spazio ad alcun dubbi. Scopriamo quindi come funziona.
Quando l’IMU arretrata diventa un debito degli eredi
Stando alla normativa vigente, il mancato pagamento dell’IMU da parte del defunto rientra a pieno titolo tra i debiti ereditari e, di conseguenza, grava sugli eredi che accettano l’eredità.

È bene sottolineare che l’IMU è un’imposta obbligatoria, per legge va versata ogni anno in due rate. La scadenza per l’acconto cade il 16 giugno, mentre il 16 dicembre è la data ultima per saldare il debito.
Nel caso in cui il proprietario deceduto non abbia provveduto a effettuare in vita questi versamenti, il comune può rifarsi sugli eredi, così il pagamento del tributo non corrisposto, anche per più anni pregressi.
L’obbligo degli eredi, tuttavia, è proporzionale alla loro quota ereditaria. In altre parole, ciascun erede è tenuto a saldare la parte di debito IMU corrispondente alla propria percentuale di successione. Dunque, se uno solo degli eredi paga l’intero importo dovuto, ha diritto legale a rivalersi sugli altri coeredi per recuperare le somme pagate in eccesso rispetto alla propria quota.
Inoltre, un ulteriore elemento da considerare è che, nei casi di ravvedimento operoso, l’erede può versare l’IMU arretrata maggiorata solo degli interessi calcolati al tasso legale per giorni di ritardo.. Non viene applicata la sanzione amministrativa, rendendo questa soluzione più conveniente rispetto a un accertamento comunale.
Se invece l’ente locale emette un atto formale di accertamento, l’erede è comunque tenuto al pagamento, ma anche in questo caso non si applicano sanzioni, solo gli interessi. È quindi consigliabile, qualora si scopra un debito pregresso, procedere con tempestività e trasparenza verso l’Amministrazione comunale per regolarizzare la posizione fiscale del defunto.