Ricalcolo pensione con il sistema contributivo? Smetti prima di lavorare ma attenzione all’importo dell’assegno

Esiste un metodo per ottenere il ricalcolo della pensione con il contributivo e accedere a delle agevolazioni. A chi spetta e cosa comporta?

L’opzione al contributivo è una misura che consente ai lavoratori iscritti presso l’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) dell’INPS di trasformare e di liquidare la pensione in base ai criteri del sistema contributivo.

opzione al contributivo
Cosa comporta l’opzione al contributivo? – informazioneoggi.it

La scelta può essere compiuta sia durante lo svolgimento dell’attività lavorativa sia al momento della presentazione della domanda di pensione. La normativa, tuttavia, prescrive il possesso di determinati requisiti. In particolare, l’interessato deve avere:

  • meno di 936 settimane (cioè 18 anni) di contributi al 31 dicembre 1995 (in caso contrario, l’opzione al contributivo poteva essere esercitata solo fino al 1° ottobre 2001);
  • almeno 780 settimane (cioè 15 anni) di contribuzione, dei quali almeno 260 settimane (pari a 5 anni) dopo il 31 dicembre 1995;
  • almeno un contributo prima del 1° gennaio 1996.

Di solito, l’utilizzo dell’opzione al contributivo non ha effetti sulle regole per il pensionamento ma solo sulla determinazione dell’ammontare dell’assegno previdenziale. Ci sono, però, delle eccezioni. Scopriamo quali sono i pro e quali i contro di tale misura.

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Opzione al contributivo: quando conviene e quando è meglio evitarla?

L’opzione al sistema contributivo presenta dei vantaggi e degli svantaggi.

Il calcolo della pensione con il contributivo può essere conveniente per coloro che lavorano da molto tempo e che hanno percepito stipendi elevati all’inizio della carriera che sono, poi, diminuiti col tempo. Può essere vantaggioso anche per le lavoratrici madri, perché consente un anticipo di quattro mesi per ciascun figlio fino a un massimo di un anno.

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Alcune volte l’opzione al contributivo, tuttavia, presenta degli svantaggi. In particolare, dal 2012 il ricalcolo interamente contributivo prevede l’applicazione di determinati limiti. I richiedenti, infatti, possono smettere di lavorare solo con la pensione di vecchiaia (a 67 anni di età e 20 di contribuzione), con la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne (a prescindere dall’età anagrafica), che prevede il rispetto di una finestra mobile di 3 mesi, o con Quota 103, se si hanno 62 anni di età e 41 di contribuzione.

A chi richiede tale misura, dunque, non è consentito uscire dal mondo del lavoro con 64 anni di età e 20 di contribuzione e un assegno pari a 2,8 volte l’importo dell’Assegno sociale, di norma riservato ai lavoratori iscritti alla previdenza obbligatoria dopo il 1995.

È anche precluso l’accesso alla pensione con 71 anni di età e 5 di contributi effettivi e con Opzione Donna, con 60 anni di età e 35 di contribuzione.

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