Pensione Quota 41 anche nel 2024? Invia subito questa domanda o rischi di dover rinunciare all’assegno

Mancano pochi giorni alla scadenza del termine di presentazione delle domande per Quota 41 precoci. Cosa fare per andare in pensione con tale strumento?

Quota 41 precoci è una misura di anticipo pensionistico destinata a coloro che hanno almeno 41 anni di contribuzione versata, di cui 35 effettivi, e almeno un anno di contributi prima del compimento del diciannovesimo anno di età.

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A chi spetta la pensione anticipata con Quota 41? – informazioneoggi.it

Possono, inoltre, accedervi solo gli invalidi al 74%, i caregivers di familiari disabili gravi, i disoccupati che hanno smesso di percepire la NASpI da almeno 3 mesi e gli addetti a mansioni gravose (svolte per almeno 7 anni negli ultimo 10 oppure per almeno 6 anni negli ultimi 7).

Entro il 1° marzo, chi possiede tutti i requisiti elencati dovrà effettuare un importante adempimento, per non rischiare di perdere il diritto di usufruire di Quota 41 precoci nel 2024.

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Richiesta pensione Quota 41 precoci: qual è la documentazione da inviare all’INPS?

I contribuenti che pensano di avere tutti i requisiti per poter andare in pensione entro la fine di quest’anno, devono presentare due distinte domande.

Una, infatti, serve per certificare il possesso dei presupposti richiesti dalla normativa, mentre la seconda è la domanda di pensione vera e propria.

La richiesta di certificazione del diritto è essenziale affinché l’INPS possa verificare che il lavoratore abbia maturato il diritto alla pensione nel 2024 e va inviata entro il 1° marzo (cd. istanza tempestiva). Per chi, invece, non rispetta tale termine e adempie entro il 30 novembre, rientra nella cd. istanza tardiva.

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La domanda di pensione vera e propria va inviata nel momento in cui si matureranno tutti i requisiti.

Provvedere all’inoltro della richiesta in maniera tempestiva assicura di poter usufruire del pensionamento anticipato con tale misura, visto che i fondi sono limitati. Nel caso in cui le domande pervenute siano superiori alle risorse economiche disponibili, sarà data la priorità a quelle inviate per prima.

Per questo motivo, coloro che pensano di maturare tutti i presupposti entro il 31 dicembre 2024 dovrebbero inviare all’INPS la domanda di certificazione del diritto entro il 1° marzo.

Chiariamo che la richiesta di certificazione non obbliga, poi, il lavoratore ad andare necessariamente in pensione e, dunque, può essere fatta anche solo per sicurezza, per evitare problemi futuri derivanti da un’eventuale istanza tardiva.

Nel caso in cui dovessero essere necessari ulteriori accertamenti, si rischierebbe di dover rimandare il pensionamento al 2025, perdere l’assegno per molti mesi e, soprattutto, non avere la certezza della riconferma degli stessi requisiti per l’anno seguente.

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