Pensione Opzione Donna per le caregiver: cosa succede se muore l’assistito?

Opzione Donna è lo scivolo di pensionamento dedicato alle lavoratrici caregiver che si prendono cura di un familiare con disabilità da almeno sei mesi. Ma se l’assistito dovesse morire?

Il caregiver riveste un ruolo molto importante perché si prende cura di chi non è più autosufficiente, fatica a svolgere le azioni quotidiane in autonomia e ha difficoltà di deambulazione. Ecco perché il sistema previdenziale prevede uscite anticipate dal mondo del lavoro loro dedicate.

Opzione Donna per le lavoratrici caregiver
Cosa succede alla pensione se muore il caregiver? (Informazioneoggi.it)

Prendersi cura di una persona con disabilità grave richiede tempo, pazienza e molta attenzione. Un impegno a tempo pieno che toglie energie e limita notevolmente la vita privata dovendo giostrarsi continuamente tra lavoro e assistito. Arrivare fino ai 67 anni di età per il pensionamento può essere impensabile dovendo occuparsi di un familiare con disabilità. Si potrebbe sentire l’esigenza di lasciare il mondo del lavoro per non arrivare allo stremo delle forze soprattutto se si sono esauriti i due anni di congedo straordinario.

Fortunatamente esistono due possibilità che i caregiver hanno per andare in pensione prima. C’è l’APE Sociale che si raggiunge a 63 anni e cinque mesi di età e con 30 anni di contributi e c’è Opzione Donna. Questa misura si rivolge alle lavoratrici caregiver oltre che alle invalide al 74% e alle disoccupate/impiegate in un’azienda in crisi.

In pensione con Opzione Donna, cosa succede se l’assistito muore

Opzione Donna consente il pensionamento a 61 anni di età se non si hanno figli, a 60 anni se si ha un figlio e a 59 anni se si hanno due o più figli. I contributi richiesti sono 35. In più lo scivolo prevede l’accettazione del sistema di calcolo contributivo pur appartenendo a quello misto.

Poniamo il caso che si richieda Opzione Donna perché caregiver e poi l’assistito muore. Si perde il diritto all’assegno? L’INPS ha chiarito che se la morte del familiare con disabilità di cui ci si prende cura avviene dopo la decorrenza della pensione (ricordiamo che per Opzione Donna la finestra di decorrenza è di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome) allora il trattamento continuerà ad essere erogato.

Diverso il caso in cui la morte dell’assistito dovesse avvenire quando ancora non c’è stata la decorrenza effettiva della pensione. Il trattamento non verrà più riconosciuto. Significa che se il disabile grave muore prima che il primo assegno pensionistico venga erogato allora si perderà il diritto al pensionamento con Opzione Donna. Se l’assistito sarà ancora in vita al momento del primo versamento allora l’INPS non potrà più revocare il beneficio.

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