Slittano gli aumenti sulle pensioni: la nuova data dell’accredito è ufficiale

Occorrerà aspettare un po’ di tempo in più per gli aumenti in tema pensioni: a quando slitta l’anticipo del conguaglio della rivalutazione

I soggetti interessati dovranno pazientare un po’ per ricevere gli attesi aumenti in relazione al conguaglio della rivalutazione che era, in un primo momento, previsto per novembre: tutti i dettagli da sapere.

Pensioni, quando arrivano gli aumenti: a quando slittano, la data
Pensioni, slittano gli aumenti: quando arrivano gli anticipi -informazioneoggi.it

L’esecutivo, tramite una modifica apportata, rinvia l’anticipo del conguaglio delle pensioni, in relazione delle rivalutazioni all’inflazione. Il DL anticipi, approvato dal CdS, aveva fissato a novembre l’adeguamento al costo della vita degli assegni delle pensioni, che di solito è previsto a gennaio. All’interno però del testo definitivo, con relativa pubblicazione in GU il 18.10.23, l’accredito dell’aumento viene segnato per il 01.12.23.

È probabile, si legge su Quifinanza.it, che l’INPS abbia considerato che le tempistiche fossero troppo ravvicinate per il ricalcolo degli importi di tutti gli assegni pensionistici. Il conguaglio della rivalutazione delle pensioni viene dunque rinviato a dicembre.

Il conguaglio fatto tutti gli anni per l’adeguamento delle pensioni all’aumento dell’inflazione, in base alle stime ISTAT, quest’anno è dello 0.8%. Il finanziamento della perequazione ha portato allo stanziamento, dell’esecutivo, di più di 2 miliardi di euro per quest’anno, e oltre 560 milioni di euro per l’anno prossimo.

A causa della crescita dei prezzi e dell’aspettativa di vita, la spesa previdenziale toccherà nel totale quota 361.24 miliardi di euro. 

Pensioni, il rinvio degli aumenti a dicembre: a quanto ammontano

Il calcolo degli importi accreditati avverrà, al pari della manovra scorsa, relativamente alla fascia cui si appartiene, con la rivalutazione del cento per cento rispetto alle pensioni pari a quattro volte l’importo minimo. Ovvero, all’incirca 2.100 euro. Del 90% quelle da 4 a volte il minimo, calando poi progressivamente all’aumento dei trattamenti previdenziali.

Dunque, tra 2.101.53 e 2.626.90 euro, aumento dell’85% del tasso d’inflazione, ovvero +0.68%, mentre fra 2.626,91 e 3.152,28 euro, del 53%, ovvero +0.4%.

Per quelli fra 3.152,29 e 4.203,04 euro, aumento del 47%, ovvero 0.3%, e fra 4.203,05 e 5.253,80 euro, aumento del 37%, ovvero +0.29%.

Oltre i 5.253,81 euro, aumento pari al 32% del tasso d’inflazione, ovvero +0.25%.

All’interno della legge di Bilancio, c’è la modifica del corrispettivo riconosciuto, nel 2024, per i trattamenti tra 4 e 5 volte minimo INPS (circa fra 2.272 e 2.840 euro lordi al mese), dall’85% del tasso d’inflazione al 90%.

Riguardo chi riceve trattamenti maggiori di 5.680 euro mensili, che attualmente ricevono il 32% della perequazione, vi sarebbe il recupero nel 2024 del 18% del caro vita.

Inoltre fra gli aspetti innovativi introdotti tramite la legge di Bilancio per il 2014, dal punto di vista previdenziale, vi è anche la rivalutazione maggiorata in merito alle pensioni minime percepite dagli over75. A partire dal 01.01, dovrebbe esservi una crescita dell’assegno da 600 euro mensili a 618.

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