Aumento busta paga? Col taglio del cuneo fiscale tutto a rischio, cosa bolle in pentola

I lavoratori potrebbero iniziare l’anno nuovo con una brutta sorpresa in relazione al taglio del cuneo fiscale. Potrebbero mancare le risorse per continuare a sostenerlo.

Se il taglio del cuneo fiscale dovesse scendere di qualche punto significherebbe ritornare a stipendi più bassi.

taglio del cuneo fiscale continuerà?
Cosa succederà al taglio del cuneo fiscale – Informazioneoggi.it

Le idee possono essere tante e necessarie ma se mancano i soldi per realizzarle è inutile parlare. Non si fanno i conti senza l’oste, recita un vecchio detto e nessun altro concetto spiega meglio i dubbi sul futuro dei lavoratori. Non che parliamo di chissà quali cifre in più sullo stipendio – reali cambiamenti forse si potrebbero avere solo con l’introduzione del salario minimo risolvendo – ma comunque somme significative in un periodo di costo della vita alle stelle.

Il taglio del cuneo fiscale sta già togliendo molte risorse allo Stato. Potrebbe accadere che con la Manovra si debba rinunciare a qualche punto percentuale. E così via a quelle decine di euro in più nella busta paga.

Le previsioni per il 2024: cosa accadrà al taglio del cuneo fiscale

In questo secondo semestre il taglio del cuneo fiscale ha raggiunto quota 7 punti per i lavoratori con redditi fino a 25 mila euro e quota 6 punti per i redditi entro i 35 mila euro. Percentuali che rimarranno fino a dicembre e comporteranno una aumento in busta paga fino a 100 euro.

Stipendi e taglio del cuneo
Aumenti o taglio nello stipendio? Informazioneoggi.it

Volendo confermare questa riduzione servirebbero 15 miliardi di euro. Una quota importante considerando che le risorse previste per la Legge di Bilancio 2024 si attestano sui 25/30 miliardi. Di conseguenza l’ipotesi di una diminuzione dei punti per rientrare nelle spese. Tra le previsioni un taglio di 5 punti a partire da gennaio 2024 e non più di 7 o 6. Se dovesse accadere realmente chi riceverà fino a dicembre un aumento di 92 euro netti vedrà ridurre la cifra fino a 66 euro a partire da gennaio 2024.

Ricordiamo che il tema taglio del cuneo fiscale è strettamente connesso alla riforma IRPEF. Affinché il prelievo IRPEF non aumenti (tagliando i contributi aumenta il reddito imponibile sul quale il lavoratore paga le tasse) occorrerà agire sulle aliquote e gli scaglioni.  Se così non fosse l’incremento “mangerebbe” un altro terzo della misura se non di più considerando addizionali regionali e comunali.

Ad oggi il piano del Governo sembrerebbe essere quello di una riduzione a tre scaglioni. L’aliquota sarebbe del 23% fino a 28 mila euro di reddito, del 35% fino a 50 mila e del 43% oltre i 50 mila euro.

Infine un ultimo problema rilevante, il fiscal drag dovuto all’inflazione. La pressione fiscale diventa maggiore in quanto il potere d’acquisto della busta paga si abbassa sempre più per colpa del caro-vita. Il Governo è chiamato ad intervenire anche su questo fronte per evitare un ulteriore impoverimento delle retribuzione dei lavoratori.

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