Invalidità all’85%: quali sono i benefici riconosciuti dalla legge? Molti non sono noti

A cosa ha diritto un soggetto con un’invalidità all’85%? I benefici economici, sanitari e lavorativi sono numerosi ed è fondamentale conoscerli.

I soggetti ai quali è stata riconosciuta un’invalidità dell’85% possono accedere, innanzitutto, ad una serie di prestazioni economiche.

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Con un’invalidità all’85% si ha diritto ad una serie di benefici – InformazioneOggi.it

Se la situazione sanitaria è stata accertata da un’apposita Commissione medica dell’ASL, integrata con un professionista dell’INPS, l’invalido ha diritto all’assegno mensile di assistenza.

Si tratta di un’agevolazione riservata agli invalidi parziali ai quali è stata riconosciuta una percentuale compresa tra il 74% e il 99%. Per il 2023, la cifra corrisposta ammonta a 313,91 euro, per 13 mensilità.

La legge, tuttavia, prevede anche il rispetto di un requisito reddituale. Bisogna, infatti, avere un reddito personale non maggiore di 5.391,88 euro annui.

Ma l’assegno mensile di assistenza non è l’unica misura rivolta alle persone che hanno tale percentuale di invalidità. Analizziamo la normativa e scopriamo tutti gli altri vantaggi.

Invalidità all’85%: tutti i vantaggi sanitari

Oltre al sussidio economico, gli invalidi all’85% hanno diritto anche ad altri benefici, tra cui il contrassegno invalidi (se si hanno difficoltà alla deambulazione oppure si è non vedenti).

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Gli invalidi all’85% hanno una serie di vantaggi in ambito economico, sanitario e lavorativo – InformazioneOggi.it

Il tagliando permette di circolare e di sostare la propria automobile con maggiore facilità, anche in aree che, di norma, sono chiuse alla circolazione dei veicoli.

A coloro che possiedono un’invalidità già al 33%, inoltre, è riservata la fornitura gratuita di protesi, presidi e ausili necessari in base alla disabilità posseduta. Con un’invalidità del 66% si ha anche diritto all’esenzione totale dal pagamento del ticket sanitario, per tutte le prestazioni sanitarie relative alla patologia posseduta.

Sempre col 66%, spettano benefici per le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari.

Vantaggi in ambito lavorativo: gli invalidi hanno diritto alla pensione anticipata?

I soggetti con una percentuale di invalidità uguale o superiore all’80% possono presentare richiesta per la pensione anticipata, se hanno almeno 20 anni di contribuzione e 61 anni di età (se uomini) oppure 56 anni (se donne).

Coloro che hanno patologie legate alla vista, invece, possono andare in pensione a 56 anni (se uomini) oppure a 51 anni (se donne).

Possono usufruire del pensionamento anticipato, tuttavia, solo i lavoratori dipendenti privati, iscritti all’AGO (l’Assicurazione Generale Obbligatoria INPS).

Anche l’Ape Sociale rientra tra le misure accessibili a coloro che possiedono una percentuale di invalidità dell’85% (è sufficiente il 74%). Sono, inoltre, richiesti 63 anni di età e 30 anni di contribuzione (29 o 28 anni per le donne con figli). La misura consente di ricevere un assegno mensile il cui ammontare corrisponde alla pensione maturata fino al momento della domanda, entro un limite di 1.500 euro lordi al mese.

Un altro beneficio in ambito lavorativo è l’inserimento all’interno delle liste speciali per il collocamento mirato (cd. categorie protette), per il quale è sufficiente un’invalidità civile di almeno il 45% oppure di un’invalidità professionale del 33%.

L’agevolazione permette di avere la precedenza sugli altri candidati per le assunzioni in ambito pubblico e privato. Le aziende che hanno tra i 15 e i 35 dipendenti, infatti, hanno l’obbligo di assunzione di almeno un dipendente disabile. Le aziende, invece, con 36- 50 dipendenti devono assumere 2 lavoratori invalidi e quelle con più di 50 dipendenti devono assumerne almeno il 7%.

Gli invalidi all’85%, infine, ricevono l’Assegno Ordinario di Invalidità, se è stata accertata la perdita di almeno 2/3 della capacità lavorativa. Sono, inoltre, richiesti 5 anni di contributi, dei quali almeno 3 negli ultimi 5 anni. Con il 50% di invalidità, poi, si ha diritto al congedo per cure in base alla patologia posseduta.

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