Riforma pensioni, arriva la svolta che non ti aspetti: pensione anticipata a 63 anni

Sulla riforma pensioni il Governo ha fatto sapere che non può intervenire. Ma c’è una proposta che potrebbe rappresentare la svolta.

La proposta avanzata qualche tempo fa da Tridico in merito alla riforma delle pensioni potrebbe essere la svolta ad uno dei temi più caldi e dibattuti. Da quest’anno, vedremo scadere numerosi misure di pensionamento anticipato introdotte in via transitoria e contemporanea. Si tratta di misure che hanno permesso a migliaia di lavoratori di anticipare l’uscita del lavoro, rispetto a quanto stabilito dalla Legge Fornero.

Riforma pensioni: la proposta di Tridico
Pansioni – informazioneoggi.it

L’attuale riforma pensioni è la legge Fornero e prevede il raggiungimento di 67 anni di età un versamento di almeno 20 anni di contributi per poter accedere alla minzione.  Per andare incontro ai lavoratori nel corso degli anni sono state introdotte alcune misure temporanee e transitorie che hanno consentito ad alcuni italiani di anticipare il pensionamento.

Anche nel corso del 2023 è possibile accedere a misure come Quota 103, Opzione donna e Ape sociale. Tuttavia, il Governo ha fatto sapere che sarà estremamente difficile prorogare queste misure anche per il 2024. Di conseguenza, allo scadere di queste pensioni anticipate, ai lavoratori rimarrà solo la legge Fornero.

Ma c’è una proposta avanzata qualche tempo fa da Tridico, che potrebbe rappresentare la svolta e permetterebbe di andare in pensione anticipata a 63 anni. Scopriamo di cosa si tratta e se è attuabile.

Riforma pensioni: la proposta di Tridico potrebbe rappresentare la svolta

Difficilmente il governo Meloni metterà mano sulla riforma delle pensioni. Ciò vuol dire che, al termine del 2023, non sarà più possibile accedere alle misure transitorie di pensione anticipata. Questa situazione getta nello sconforto milioni di lavoratori consapevoli che, dal 2024, l’unico modo per andare in pensione sarà la legge Fornero.

Riforma pensioni: la proposta di Tridico
Riforma pensioni – informazioneoggi.it

Tuttavia, Tridico ha avanzato una proposta che permetterebbe di offrire al sistema un’adeguata flessibilità. Per il momento la proposta è rimasta bloccata e inascoltata dal governo, a causa delle difficoltà che quest’ultimo sta affrontando.

In molti prevedono che, la prossima legge di bilancio non avrà risorse sufficienti per il pacchetto pensioni. Ma il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico ha proposto una soluzione che prevede una pensione per quote. In questo modo, si riuscirebbe a risolvere il problema relativo alla poca pecunia nelle casse pubbliche.

Di fatto, la proposta avanzata dal Presidente dell’INPS richiede costi relativamente bassi con la possibilità di andare in pensione a 63 o a 64, accettando un assegno ridotto perché pagato solo in parte.

Si tratta di una possibilità che permetterebbe ai lavoratori di beneficiare di una flessibilità nell’accesso alla prestazione pensionistica ma, contemporaneamente, permetterebbe alle casse previdenziali di riuscire a sostenere il costo, proprio perché la pensione non sarebbe intera.

Come funziona la proposta di Tridico

Con la proposta di Tridico l’istituto previdenziale permetterebbe ai lavoratori che lo desiderano di andare in pensione prima rispetto all’età pensionabile prevista dalla riforma Fornero. Tuttavia, il pensionato dovrebbe accontentarsi di un assegno ridotto fino al raggiungimento del 67° anno di età.

Per accedere al pensionamento bisognerebbe aver maturato 20 anni di contributi e aver raggiunto un’età minima di 63 o 64 anni. Inoltre, la pensione sarebbe calcolata con il metodo contributivo e non dovrebbe essere inferiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

Secondo la proposta avanzata da Tridico e stando alle stime fatte dai tecnici, questo metodo permetterebbe di andare in pensione a 63 anni di età percependo il 20% in meno rispetto alla pensione completa.

Sotto l’aspetto della sostenibilità, l’INPS ha fatto sapere che l’esborso per le casse dello Stato, per i primi tre anni di funzionamento, sarebbe di 2,5 miliardi. Tuttavia, a partire dal 2028, la misura sarebbe in grado di produrre dei guadagni grazie al recupero del maggior esborso sostenuto.

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