MotoGP in crisi? Arriva l’amara costatazione di Giacomo Agostini

La MotoGP stenta a decollare a causa della mancanza di stelle. Giacomo Agostini si è sbilanciato sull’impatto avuto dall’addio di Valentino Rossi.

Un tempo i ragazzi facevano a gara la domenica per assistere ai successi dei fenomeni delle due ruote. La MotoGP era un surrogato di rivalità estreme, caratterizzate da coraggio e “odio sportivo”. Nelle ultime due annate abbiamo assistito ad una sfida tra bravi ragazzi. Gente pulita che instaura dei bei rapporti con la stampa e, soprattutto, con i colleghi, ma tutto ciò vende?

Giacomo Agostini (Ansa Foto)
Giacomo Agostini (Ansa Foto)

A livello di appeal è la contesa ad accendere lo scontro in pista. Insomma i piloti devono rispettarsi ma non troppo, altrimenti sembrano un gruppo di amici, cresciuti insieme, che si incontrano il weekend per qualche sgasata. Tutti vogliono vincere, ma in modo meno feroce di prima. Al di là dell’impatto social, in un finto mondo fatato sempre più improntato sul politacally correct, l’immagine che deve trasparire è sempre quella meno polemica possibile.

Di conseguenza personaggi che prima avrebbero spaccato in due i paradigmi storici di uno sport, oggi non sarebbero apprezzati. Forse neanche nascono più, ma tutto ciò rischia di avere delle pesanti ricadute sull’audience. Si sente la mancanza di personaggi, prima ancora che fenomeni delle due ruote, come Valentino Rossi, Max Biaggi, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e tanti altri, sostanzialmente impostati sulla sfida interna.

Un testa a testa che, a volte, sfociava in azioni oltre il limite o provocazioni continue nei box o nei retro podi. C’era una atmosfera vibrante, come due duellanti pronti a spararsi, senza troppi pensieri sull’impatto mediatico della battaglia. Senza questo sale, probabilmente, non avremmo assistito a gare come Welkom 2004, Laguna Seca 2008 o Barcellona 2009. Gli avversari del Dottore, in quei frangenti, erano stati Biaggi, Stoner e Lorenzo.

MotoGP, AAA rivalità cercarsi

Sorpassi epici, rischi assurdi e anche botte da orbi. Di certo il fatto che si parli ancora del Gran Premio della Malesia del 2015 fa riflettere sulla deriva della MotoGP attuale. Lo spazio sui giornali, anche per il titolo di un italiano su una moto italiana, è stato minimo nel 2022 perché l’appeal è minimo. Pecco Bagnaia e Fabio Quartararo a stento si sono respirati in pista. Fatta eccezione per l’ultima tappa del mondiale dove i due hanno duellato nella prima parte di gara, tra i due non vi è mai stata una vera rivalità.

Le moto odierne sono un concentrato di tecnologia estrema. Bolidi così potenti e aerodinamicamente spinti da quasi rendere difficili i sorpassi. Gli appassionati di tecnica sono interessati agli aspetti meccanici della moto ma sono una minoranza, la maggior parte dei fan del Motomondiale vorrebbe vedere nuove sfide come quelle che hanno fatto la storia del Motorsport. L’assenza di un personaggio catalizzatore come Valentino Rossi, certamente, non ha aiutato il sistema MotoGP.

Prima o poi il nove volte campione del mondo di Tavullia si sarebbe dovuto ritirare. Una nuova generazione di piloti è avanzata e nell’anno del passaggio nel team Petronas, il suo sostituto sulla Yamaha M1 ufficiale si è laureato campione del mondo. Fabio Quartararo, però, non ha dimostrato di avere quella personalità che tanto faceva sognare i fan.

L’opinione di Giacomo Agostini

Diciamo che c’è la mancanza di un pilota italiano forte come Valentino e i tifosi italiani lo vorrebbero ancora. Per questo si può spiegare una presenza minore di pubblico in alcune gare, come al Mugello – ha analizzato il centauro più vincente di sempre – Valentino era un campione e anche un personaggio fuori e dentro le corse. Al di là di questo, ci vorrebbe che venissero fuori piloti italiani sempre più forti. Mancano campioni, è normale che il campione crei attenzione”.

Il bresciano ritiene importante anche il pieno recupero di Marc Marquez, una stella rimasta di quel firmamento di fenomeni che ha impreziosito il contesto della MotoGP dal 2013. Nell’intervista al IlSussidiario.net Agostini ha aggiunto: “Anche un campione come lui manca alla MotoGP. È normale, non può che essere così. Aspettiamo e poi vedremo come si riprenderà Marquez”. Il centauro della Honda sta recuperando dall’ennesimo problema fisico.

Poco contano le Sprint Race. Se in un colpo solo sottraiamo i cinque mondiali di Lorenzo, gli otto di Marquez e i nove di Valentino Rossi, capirete che la classe regina è rimasta orfana dei tre più grandi interpreti degli ultimi 20 anni. Per fortuna gli appassionati potranno tornare ad ammirare il centauro di Cervera molto presto, sebbene non abbia per le mani una Honda al top come quella del passato.

Impostazioni privacy