Carta docente, il bonus spetta anche ai precari: 2 sentenze che chiariscono ogni aspetto

Cosa emerge dalle due sentenze emesse dal giudice del Lavoro di Prato a proposito della carta docente, in ottica bonus e precari

Tiene banco la questione della carta docente, ovvero del bonus per l’aggiornamento professionale in relazione ai precari: ecco i dettagli rispetto a due sentenze emesse dal Giudice del Lavoro di Prato.

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InformazioneOggi

Si tratta di due diverse sentenze, n. quarantotto e quarantanove del 15.03.2023, dove la ragione è stata data a due insegnanti a tempo determinato, che hanno visto riconosciuto il diritto alla ricezione della carta docente.

Sino ad ora tale bonus per l’aggiornamento professionale aveva visto la relativa corresponsione soltanto agli insegnanti a tempo indeterminato.

I soggetti in questione, mediante il ricorso presentato l’anno scorso, hanno sostenuto di svolgere le medesime funzioni dei colleghi a tempo indeterminato. E che quindi non vi erano motivi per un trattamento diverso a seguito della durata contrattuale.

Il giudice, appoggiando la loro istanza, ha ordinato all’amministrazione della scuole di fornir loro la carta docente. Oppure, un importo in denaro equivalente, ovvero pari a cinquecento. Cosicché abbiano moto di usufruirne come gli insegnanti a tempo indeterminato.

Questo è uno dei vari pronunciamenti che vanno nella direzione dei precari. Orizzonte Scuola spiega che il Ministero ha respinto la richiesta. Si sostiene che la differenza circa il trattamento fra insegnanti di ruolo e precari si giustifica rispetto alla disciplina. E ancora, in base ai principi d’economicità ed efficienza delle PA.

Carta docente, il bonus ai precari: cosa potrebbe accadere per tali insegnanti

È un argomento che desta sempre grande attenzione, tanto in relazione ai precari quanto in generale, la carta docente, qui per approfondire cos’è il bonus, come funziona, gli importi e come si può spendere.

Tornando però al punto in oggetto, mediante la sentenza numero 3940/2022 (21.11.22), il Tribunale di Foggia stabiliva che quanto richiesto dagli insegnanti a tempo determinato fosse fondato, accogliendo la loro domanda.

L’osservazione dei giudici ha riguardato il fatto che la decisione della concessione della misura soltanto a quelli a tempo indeterminato, pur part time, va a rappresentare una disparità di trattamento verso quelli a tempo determinato.

Ciò poiché la prestazione di lavoro e lo scopo della formazione sono comuni ad ogni insegnante, al di là della tipologia d’assunzione.

A tale sentenza va ad aggiungersi quella di Trani. Che assegna al supplente la misura circa la formazione di cinquecento euro per i cinque anni prima. Il riconoscimento del diritto è arrivato anche dalla Corte di Giustizia Europea e dal Consiglio di Stato.

Inclusi per il CdS pur gli insegnanti precari di religione. Dal momento che non può esservi una differenza di trattamento da personale di ruolo e non in merito alla formazione.

Si tratta di pronunciamenti che potrebbero portare ad una soluzione definitiva per ogni insegnante precario che richiede di utilizzare la carta docente, il bonus da cinquecento euro, si legge.

Intanto, restando in ambito scuola, ecco i dettagli sulle Vacanze di Pasqua: date e giorni in ogni Regione, quanto durano e quando chiudono le scuole.

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