In pensione a 63 anni con 35 di contribuzione, è possibile oggi: l’importo dell’assegno mensile

Andare in pensione a 63 anni con 35 di contribuzione è possibile per determinate categorie di lavoratori. Scopriamo quali e quanto varrà l’assegno pensionistico. 

La combinazione di 63 anni di età e 35 di contributi versati è strettamente collegata all’APE Sociale.

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InformazioneOggi.it

Il pensionamento in Italia è possibile al verificarsi di specifiche combinazioni tra età anagrafica e contributi maturati. Alcuni scivoli tengono conto unicamente del requisito contributivo ma richiedono un numero di anni di contribuzione molto alto. Parliamo della pensione per precoci (41 anni di contributi) e della pensione anticata ordinaria (42 anni e dieci mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne). Altre formule pensionistiche, invece, sono legate a meno anni di contributi ma esigono il raggiungimento di un’età specifica. La pensione di vecchiaia consente di uscire dal mondo del lavoro al compimento dei 67 anni con venti di contributi versati. Opzione Donna è riservata alle lavoratrici di 60 anni (59 se con un figlio e 58 con due figli) e 35 anni di contributi. Quota 103, la new entry del 2023, prevede la possibilità di lasciare il mondo del lavoro a 62 anni di età con 41 anni di contributi.

Un lettore chiede “Ho 63 anni e 35 di contributi, posso andare in pensione prima dei 67 anni di età?“. Escludendo le misure citate per la mancanza di soddisfazione dei requisiti rimane unicamente l‘APE Sociale.

In pensione a 63 anni con l’APE Sociale, misura riservata a pochi

La combinazione di 63 anni di età e 35 di contribuzione si lega unicamente all’APE Sociale. In realtà non si tratta di una vera e propria pensione ma di un’indennità (anticipo pensionistico) erogata mensilmente fino al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. Una volta vicini ai 67 anni, il pensionato dovrà inoltrare domanda di pensionamento per a pensione di vecchiaia in modo tale da cominciare a percepire ogni mese il “vero” assegno pensionistico. 

Diciamo il “vero” perché l’APE Sociale non prevede l’erogazione della tredicesima e ammette un versamento mensile inferiore a 1.500 euro. Inoltre, l’indennità è incompatibile con i trattamenti di sostegno al reddito, con l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale e con l’attività lavorativa a meno che il reddito sia inferiore a 8 mila euro lordi all’anno (per attività dipendente o parasubordinata) oppire a 4.800 euro lordi all’anno per lavoro autonomo.

I requisiti di accesso all’APE Sociale

Possono accedere all’APE Sociale i cittadini che hanno compiuto i 63 anni di età e hanno maturato i 30 anni di contributi (36 se addetti alle mansioni gravose). Dovranno, poi, essere iscritti

  • all’Assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti,
  • alle forme sostitutive,
  • alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi,
  • alla Gestione separata.

Ultime condizioni non aver raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia e non aver conseguito la pensione anticipata o Quota 103.

L’APE Sociale è riservata a specifiche categorie di cittadini. Ci riferiamo

  • ai disoccupati (per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione, per scadenza del contratto di lavoro a tempo determinano),
  • caregiver che assistono un familiare con disabilità grave da almeno sei mesi,
  • invalidi con percentuale di disabilità pari o superiore al 74%,
  • agli addetti alle mansioni gravose (allegato 3 Legge di Bilancio 2022). Citiamo tra le tante i tecnici della salute, i professori di scuola primaria, gli addetti alla gestione dei magazzini, gli operatori della cura estetica e i conduttori di impianti e macchinari.

Come calcolare la pensione con 35 anni di contribuzione

Con 35 anni di contributi a quanto ammonterà l’assegno pensionistico? Come detto uscendo dal mondo del lavoro con l’APE Sociale l’importo dovrà necessariamente essere inferiore a 1.500 euro. Se superiore la parte eccedente si otterrà solamente dopo aver richiesto la pensione di vecchiaia a 67 anni.

Volendo procedere con il conteggio occorrerà sapere quale sistema di calcolo utilizzare. Retributivo se i contributi sono stati maturati entro il 31 dicembre 1995, contributivo se la contribuzione è stata versata dal 1° gennaio 1996 in poi, misto se alcuni contributi sono maturati prima del 1996 e altri dopo.

La maggior parte dei lavoratori con 35 anni di contribuzione utilizzerà il sistema di calcolo misto (contributivo puro è impossibile essendo stato introdotto 25 anni fa). Ciò significa che la parte di contributi accreditati entro il 1995 verrà calcolata con sistema retributivo, la parte dal 1° gennaio 1996 con sistema contributivo.

Chi ha maturato minimo 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995 allora potrà calcolare la pensione con sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011 e con sistema contributivo dal 1° gennaio 2012.

Esempio di calcolo, gli anni contano

Il sistema retributivo tiene conto della media delle ultime retribuzioni percepite (per questo è più vantaggioso). Delle retribuzioni verrà riconosciuto solo il 2% per ogni anno di contribuzione. In questo modo si troverà una prima quota.

Il sistema contributivo, invece, prende in considerazione l‘accantonamento della quota di contribuzione (33% per dipendenti, 25% per autonomi) e il montante contributivo rivalutato ogni anno. All’importo occorrerà applicare il coefficiente di trasformazione che dipende dall’età del lavoratore che va in pensione. Al termine del conteggio si otterrà una seconda quota che sommata alla prima e divisa per tredici permetterà di conoscere l’importo dell’assegno pensionistico mensile.

Tradotto in numeri poniamo l’esempio di un lavoratore che ha maturato 35 anni di contributi ed è andato in pensione a 63 anni con l’APE Sociale. L’ipotesi è che abbia maturato 15 anni di contributi prima del 1996 e 20 anni dopo il 1996.

La prima quota (2% per ogni anno dei 15 lavorati) ipotizziamola di 9 mila euro. Supponiamo, poi, un montante contributivo di 198 mila euro per i 20 anni dal 1996 in poi. A questa cifra occorrerà applicare il coefficiente di trasformazione che per 63 anni corrisponde a 5,028% ottenendo 9.955,44 euro. Sommeremo questo importo alla prima quota avendo come risultato 18.955,44 euro ossia la pensione annua. Dividendo per dodici (l’APE Sociale non prevede tredicesima) si otterrà 1.579,62 euro. Ciò significa che fino ai 67 anni il pensionato percepirà 1.500 euro la somma massima. Dovrà attendere la pensione di vecchiaia per ottenere l’importo spettante (utilizzando il coefficiente di trasformazione 5,723%) più la tredicesima.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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