In pensione con 42 anni di contributi: scivoli e importo dell’assegno

Quali sono gli scivoli pensionistici per un lavoratore che desidera andare in pensione con 42 anni di contributi e quanto percepirà?

Il requisito contributivo concede ai lavoratori il pensionamento ma ci sono altre condizioni da rispettare.

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InformazioneOggi.it

Gli italiani giunti vicini al pensionamento hanno diverse opzioni da valutare. Per capire quale scivolo pensionistico richiedere sarà necessario valutare il requisito anagrafico e quello contributivo per poi approfondire le altre condizioni previste dalla normativa. Il tema pensione non è semplice da affrontare. Ci sono molteplici indicazioni di cui tener conto. La via più semplice per lasciare il lavoro è la pensione di vecchiaia. Sessantasette anni di età, venti minimi di contribuzione e nessun taglio all’assegno pensionistico. Poi ci sono le formule di pensionamento anticipato come l’APE Sociale e Opzione Donna che sono, però, riservate ad alcune categorie di lavoratori. L’APE permette l’uscita dal mondo del lavoro a 63 anni con 30 di contributi a invalidi al 74%, caregiver, disoccupati e addetti alle mansioni gravose (36 anni di contributi).

Opzione Donna, invece, nel 2023 permette il pensionamento solamente alle lavoratrici invalide con percentuale superiore al 74%, alle caregiver e alle donne licenziate o impiegate presso un’azienda in stato di crisi. Il requisito anagrafico è di 60 anni che si riduce a 59 anni per le lavoratrici con un figlio e a 58 anni per le donne con due figli mentre il requisito contributivo è di 35 anni di contributi versati.

Un lettore chiede “A settembre 2023 maturerò 42 anni di versamenti, con un’età a maggio di 60 anni. Quando potrò andare in pensione?“. Le formule di pensionamento anticipato citate non sono accessibili ma ci sono altri scivoli da valutare.

In pensione con 42 anni di contributi, quando è possibile

In Italia ci sono opzioni di pensionamento che tengono conto unicamente del requisito contributivo e altre che coniugano età anagrafica e contribuzione. Il nostro riferimento di oggi per rispondere al quesito giunto in redazione è il dettaglio contributivo di 42 anni di versamenti.

Un numero molto alto di anni di lavoro che nel sistema italiano ricorre più volte. Naturalmente la contribuzione è sufficiente per le forme descritte nel paragrafo precedente ma non è soddisfatto il requisito anagrafico da parte del nostro lettore. I 42 anni di contributi potrebbero essere la chiave di accesso alla pensione per precoci. Il condizionale è d’obbligo dato che c’è un requisito fondamentale per uscire dal mondo del lavoro.

Occorrerà aver maturato almeno un anno di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Inoltre sarà necessario appartenere ad una delle quattro categorie che hanno diritto all’APE Sociale. Probabilmente questo scivolo è da escludere per il lettore, cosa rimane?

Pensione anticipata ordinaria

Un’opzione da valutare è la pensione anticipata ordinaria. Si raggiunge maturando 42 anni e dieci mesi di contribuzione indipendentemente dall’età anagrafica. Il lettore dovrebbe continuare a lavorare per altri dieci mesi ossia potrebbe andare in pensione nel 2024 a meno che riesca a colmare i mesi mancanti con il riscatto dei contributi, ad esempio. Significa colmare periodi scoperti dalla contribuzione conseguendo – a spese del lavoratore – il riconoscimento contributivo di tali periodi.

La facoltà di riscatto può essere sfruttata in ogni momento – differenza sostanziale rispetto ai contributi volontari – per recuperare gli anni universitari oppure gli anni di servizio civile o militare. Il consiglio per il lettore è di valutare bene la convenienza. Come detto il riscatto ha un costo anche oneroso. Forse sarebbe meglio lavorare per altri dieci mesi e maturare i requisiti per lasciare il lavoro con la pensione anticipata ordinaria.

Quota 103 per andare in pensione con 42 anni di contributi

Un altro scivolo che permette di andare in pensione con 42 anni di contributi (anzi già con 41) è Quota 103. La misura è stata introdotta nel mese di gennaio 2023 e consente il pensionamento al raggiungimento dei 62 anni di età con 41 di contribuzione. Attenzione, questi requisiti dovranno essere raggiunti entro il 31 dicembre 2023. Di conseguenza, il nostro lettore sessantenne non potrà approfittare di questa occasione pur soddisfacendo il requisito contributivo.

Come calcolare l’assegno pensionistico

Il lavoratore che ha maturato 42 anni di contributi ha iniziato a lavorare sicuramente prima del 1996. Significa che per calcolare l’importo dell’assegno pensionistico si dovrà utilizzare il sistema misto considerando il calcolo retributivo per gli anni di contribuzione maturati al 31 dicembre 1995 e il calcolo contributivo per i contributi versati dal 1° gennaio 1996.

Ipotizzare una somma non è possibile dato che le variabili che incidono nel calcolo sono diverse e variano da caso a caso. Più saranno gli anni maturati prima del 1996 più alto sarà l’importo dell’assegno anche a parità di contributi. Poi occorrerà tener conto dell’età del lavoratore. Nel sistema di calcolo contributivo, infatti, bisognerà utilizzare il coefficiente di trasformazione sul montante contributivo e tale coefficiente dipende dall’età del lavoratore al momento del pensionamento. Volendo quantificare molto approssimativamente un esempio di calcolo possiamo stimare che con uno stipendio di 1.450 euro netti al mese la pensione sarà di circa 1.150 euro netti con 42 anni di contributi.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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