Pensione con 24 anni di contributi: l’importo dell’assegno INPS

Si può andare in pensione anche solo con 24 anni di contributi? Valutiamo le opportunità e l’ammontare dell’assegno.

Per la pensione di vecchiaia sono attualmente necessari 67 anni di età e 20 di contributi.

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È possibile, però, a determinate condizioni, fruire di alcuni strumenti pensionistici che consentono di anticipare il congedo definitivo dal mondo del lavoro. Molti contribuenti, infatti, decidono di aderire a Quota 102, Ape Sociale, Quota 41 precoci e usuranti, Opzione Donna e pensione anticipata ordinaria.

Analizziamo l’ipotesi avanzata da un nostro Lettore, relativa alla possibilità di andare in pensione anticipatamente con 24 anni di contribuzione.

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Pensione con 24 anni di contributi: le strade percorribili

In Redazione è giunto il seguente quesito:

Salve, ho 60 anni di età, compiuti a novembre, non lavoro e ho circa 24 anni di contributi. Quando posso andare in pensione? Grazie.”

Con 24 anni di anzianità contributiva, attendendo il compimento dei 67 anni, il nostro Lettore può, senza dubbio, accedere alla pensione di vecchiaia. Non ha, purtroppo, il requisito contributivo richiesto per i seguenti strumenti di flessibilità di uscita:

  • pensione anticipata ordinaria, per la quale sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini oppure 41 anni e 10 mesi di contributi, per le donne;
  • Quota 102, accessibile con almeno 38 anni di contributi;
  • Opzione Donna, per la quale è richiesta un’anzianità contributiva di 35 anni;
  • Quota 41 per lavoratori precoci, disponibile con 41 anni di contributi, dei quali almeno uno versato prima dei 19 anni;
  • APE Sociale, fruibile con un’anzianità contributiva dai 30 ai 36 anni.

Rimane, dunque, un’unica opzione, per poter smettere di lavorare prima dei 67 anni e con 24 anni di contribuzione: la pensione contributiva anticipata. In tal caso, la normativa prescrive il possesso di 64 anni di età e 20 anni di contribuzione.

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Quanto si percepisce di pensione con il sistema retributivo?

A quanto ammonta l’assegno pensionistico di un lavoratore che ha 24 anni di contributi? La cifra varia a seconda del metodo di calcolo usato. Il nostro ordinamento, infatti, mette a disposizione 3 sistemi: retributivo, contributivo e misto.

Il metodo retributivo determina l’ammontare della pensione in base alle retribuzioni ricevute negli ultimi 5 o 10 anni di lavoro. In particolare:

  • per i lavoratori che possiedono almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, si applica il retributivo fino al 31 dicembre 2011;
  • coloro che, invece, al 31 dicembre 1995 hanno meno di 18 anni di contributi rientrano nel retributivo solo fino a tale data.

Come si calcola l’assegno pensionistico con il contributivo?

Il sistema contributivo puro, invece, considera il montante contributivo e il coefficiente di trasformazione. Bisogna, innanzitutto, conoscere i guadagni per ciascun anno lavorativo. Supponiamo che essi siano uguali a 25 mila euro lordi.

Un lavoratore dipendente, ogni anno, accantona il 33% della sua paga lorda e, dunque, il montante contributivo sarà uguale a 198 mila euro.

Su tale cifra, poi, si calcola il coefficiente di trasformazione; a 67 anni, è pari al 5,575%. Il 5,575% di 198 mila euro è 11.038 euro, corrispondente all’ammontare lordo di un anno di pensione. Suddividendolo per 13 mensilità, scopriremo che il pensionato percepirà una pensione lorda di 849,11 euro al mese.

A quanto ammonta la pensione con il metodo misto?

Se, invece, il nostro Lettore avesse versamenti previdenziali prima e dopo il 1996, rientrerebbe nel sistema misto. Supponiamo che abbia 10 anni di anzianità contributiva prima del 1996 e i restanti 14 anni dopo il 1996. La prima quota sarà calcolata con il metodo retributivo, tenendo conto dell’aliquota del 2% sullo stipendio per ciascun anno di contributi. Con 10 anni di contribuzione, all’interessato spetta il 20% della paga percepita. Se essa è uguale a 25 mila euro, otterrà 5 mila euro (ammontare della prima quota).

La seconda quota si determina in base al montante contributivo e al coefficiente di trasformazione. Il montante contributivo sarà di 115.500 euro, il coefficiente di trasformazione sempre 5,575%. Il 5,575% di 115.500 euro è pari a 6.439,12 euro (seconda quota).

Sommando le due quote (5.000 + 6.439,12) si otterrà 11.439,12 euro, corrispondente ad un anno di pensione lorda. Dividendo tale importo per 13 mensilità, si otterrà la cifra mensile lorda, pari a 880 euro.

Come si può notare, il calcolo misto è più conveniente.

Conclusioni

Il nostro Lettore ha a disposizione solo due strade: la pensione di vecchiaia, a 67 anni di età e 20 di contributi e la pensione contributiva anticipata, a 64 anni di età e 20 di contribuzione.

Per usufruire di quest’ultima, tuttavia, è necessario il rispetto di un ulteriore requisito. L’assegno pensionistico maturato deve essere uguale ad almeno 2,8 volte la cifra dell’Assegno sociale, quindi 1.409,15 euro al mese.

Tale prestazione, inoltre, è riservata a coloro che non possiedono alcun contributo prima del 1996 e che hanno scelto il computo dei versamenti nella Gestione Separata INPS.

In mancanza di tali presupposti, con 24 anni di contributi, il Lettore non può smettere di lavorare prima dei 67 anni di età e, dunque, dovrà necessariamente attendere la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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