Esenzione IMU e congedo straordinario di 2 anni: cosa fare per non perdere l’agevolazione fiscale

Il congedo biennale retribuito, per i lavoratori dipendenti del pubblico e del privato, è un’agevolazione mirata a garantire assistenza ai disabili gravi. Quali sono gli effetti sull’esenzione IMU e come conservarla.

Non tutti sono tenuti a pagare l’imposta denominata IMU e c’è chi può avvalersi del congedo legge 104 a particolari condizioni.

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Ebbene, c’è un aspetto molto importante del congedo in oggetto, che dobbiamo ricordare subito: sfruttare il beneficio in questione produce come effetto la perdita dell’esenzione IMU.

Ma una soluzione c’è. Di seguito, nel corso di questo articolo, vedremo come fare a sfruttare il congedo e, al contempo, non versare l’imposta. Ecco allora come fare per mantenere il beneficio e non pagare l’imposta municipale propria, vale a dire il tributo varato dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011, che si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. I dettagli.

Congedo straordinario biennale legge 104: il contesto di riferimento

Come accennato, il congedo straordinario costituisce una delle tutele valevoli nell’ambito della legge 104, ed è mirato espressamente ad assicurare assistenza ai soggetti con una forma di disabilità. In particolare, i familiari di soggetti con disabilità ai sensi della legge 104/92 possono contare sull’agevolazione del congedo straordinario Inps, che di fatto consiste in un periodo di aspettativa retribuita corrispondente ad un massimo di 2 anni (non per forza consecutivi).

Il congedo si affianca ai 3 giorni di permesso retribuito al mese e può applicarsi indifferentemente ai lavoratori del settore privato e del settore pubblico.

Attenzione però, in quanto il congedo straordinario non è sempre riconosciuto al lavoratore interessato ad avvalersene, ma esclusivamente laddove al familiare assistito sia stata riconosciuta una disabilità grave. Ciò significa che il verbale consegnato dai medici Inps deve indicare le seguenti parole: “Persona con handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104/1992)”.

Ricordiamo anche che, dallo scorso agosto, il congedo vale anche a favore del convivente di fatto, proprio come già per il coniuge e la parte dell’unione civile. Lo abbiamo detto all’inizio: il congedo legge 104 ha effetti a livello di esenzione IMU e perciò è opportuno capire in che senso.

Come fare a non perdere l’agevolazione dell’esenzione IMU? L’escamotage della residenza temporanea

L’utilizzo del congedo straordinario biennale, per le finalità di cui sopra, ha effetti a livello di IMU che – com’è noto – è dovuta per il possesso di immobili. Il motivo è semplice: il congedo legge 104 presuppone la variazione di residenza – cui segue la perdita della citata agevolazione IMU perché appunto il trasferimento di residenza comporta che la prima casa non possa più essere classificata come tale. Perciò il pagamento dell’IMU è da ritenersi dovuto su quell’abitazione in cui chi sfrutta il congedo, e per il suo periodo, non dimora. Di fatto questa casa non è più prima o principale, ma seconda – imponendo di versare l’IMU.

Chi voglia conservare l’agevolazione fiscale e, al contempo, assistere il familiare disabile stabilendosi per un periodo nella sua abitazione, potrà però sfruttare però l’escamotage della cd. residenza temporanea. Di che si tratta? Ebbene, semplicemente lo step del trasferimento della residenza a casa del familiare disabile può essere scavalcato, optando appunto per la facoltà di fissare la propria residenza in un altro luogo soltanto per un lasso di tempo circoscritto, entro un massimo di 12 mesi.

L’accesso alla residenza temporanea non è difficile, poiché al lavoratore che intende usufruire del congedo è sufficiente richiedere al Comune di riferimento l’iscrizione nel registro dei residenti temporanei. Perciò a questa amministrazione locale sarà possibile chiedere ulteriori informazioni e dettagli per ottenere la residenza di questo tipo.

Limite alla residenza temporanea e all’agevolazione dell’esenzione IMU

In termini pratici, ciò permetterà di:

  • non perdere la residenza abituale di chi richiede il congedo legge 104,
  • affiancare a questa una residenza appunto temporanea in un Comune diverso da quello in cui è stabilita quella principale. Si tratta del Comune della persona da assistere.

Tuttavia attenzione al fattore temporale perché se è vero che l’interessato può servirsi della residenza temporanea per un massimo di 12 mesi, è altrettanto vero che scaduti questi mesi il lavoratore in congedo dovrà poi pagare l’IMU per la restante parte di congedo non ‘coperta’ dalla residenza temporanea. In sintesi, il congedo legge 104 comporta la conservazione del beneficio dell’esenzione dell’IMU solo per un anno.

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