Assegno invalidità e isterectomia, l’INPS ha preso un’importante decisione

In seguito ad una isterectomia preventiva è possibile richiedere il riconoscimento dell’invalidità. L’INPS ha preso un’importante decisione per tutte le donne.

La chirurgia preventiva darà diritto ad una percentuale di invalidità del 64% anche in donne sane soddisfacendo alcune condizioni.

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InformazioneOggi.it

Sapete cosa sono le mutazioni BRCA1 e BRCA2? Sono mutazioni di geni che aumentano notevolmente il rischio di sviluppare in giovane età tumori al seno, alla ovaie, all’endometrio nonché altre neoplasie. Solo in Italia ci sono tra le 75 mila e le 150 mila giovani donne portatrici delle mutazioni. Una volta accertata l’alterazione non rimane che sottoporsi ad una sorveglianza speciale con visite e controlli vicini nel tempo oppure optare per una chirurgia preventiva o per la chemio prevenzione. Le ultime due sono decisioni difficili che in una donna sotto i 30 anni richiedono un coraggio e delle rinunce che nessuno dovrebbe affrontare.

La scelta è tra vivere con il timore costante di sviluppare un tumore o andare ad intaccare il proprio corpo di donna. Con l’isterectomia totale l’utero viene rimosso, significa non poter più rimanere incinta. La mastectomia rimuove la mammella; dover procedere con la rimozione di entrambi i seni comporta un disagio psicologico enorme anche se, fortunatamente, oggigiorno è possibile la ricostruzione.

L’INPS vuole tentare di sostenere le donne che optano per la chirurgia preventiva concedendo l’invalidità anche se perfettamente sane.

Invalidità e isterectomia o mastectomia, cosa accade con la chirurgia preventiva

Una lettrice ha posto una domanda. “Ho fatto un intervento di isterectomia tre anni fa (hanno asportato utero e tube). Adesso ho quasi 50 anni, ho diritto ad una percentuale di invalidità? A chi mi devo rivolgere per saperlo e, in caso, qual è l’iter da seguire?“. L’INPS ha inviato una comunicazione tecnico-scientifica a tutte le Commissioni medico legali che risponde al quesito.

Le donne portatrici delle mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 che si sottoporranno a isterectomia preventiva o mastectomia per ridurre il rischio di sviluppare un tumore alle ovaie o al seno dovranno avere il riconoscimento dell’invalidità al 64%. Questo anche se sane. Una decisione fondamentale che nasce dal riscontro di quante donne debbano sottoporsi alla chirurgia preventiva per tutelare la propria salute. Il “caso” è stato aperto nel 2013 quando la nota attrice Angiolina Jolie ha riportato l’attenzione sulle citate mutazioni. Lei stessa si è dovuta sottoporre ad un intervento di mastectomia preventiva dopo la scoperta dell’elevata possibilità di sviluppare il cancro.

L’invalidità è legata al riconoscimento dei danni psicologici e fisici conseguenti all’operazione.

Le percentuali di disabilità assegnate dall’INPS

Tutte le donne che sono state sottoposte a mastectomia vedranno riconoscersi un’invalidità fino al 40%. Stessa percentuale per l’asportazione di ovaie, utero e tube mentre in caso di contemporanea asportazione di mammelle e utero la percentuale sale al 64%. La Commissione, però, è libera di aumentare il grado qualora rilevasse forti disagi psicologici nella donna. L’INPS non dimentica, però, chi si sottopone alla sorveglianza assidua. Piccole percentuali di invalidità potrebbero essere loro riconosciute.

Donne sane e donne che stanno affrontando o hanno sconfitto un tumore con necessaria isterectomia e mastectomia, dunque, potranno avere accesso a diversi benefici in relazione alla percentuale di invalidità assegnata. Gratuità di ausili medici e collocamento mirato sono le agevolazioni ottenibili con un basso grado di invalidità. Salendo di percentuale si potranno richiedere le esenzioni dal pagamento del bollo auto o del ticket sanitario, congedi per cure straordinarie, assegni mensili e pensionamento anticipato. Riuscendo ad ottenere anche la Legge 104 si potranno richiedere i permessi di tre giorni dal lavoro, la detrazione del 19% per diverse spese e l’IVA agevolata al 4%.

Come avviare l’iter di riconoscimento dell’invalidità

Soffermiamoci, ora, sulla seconda parte del quesito della nostra lettrice. Per sapere se l’invalidità potrà essere o meno riconosciuta e avviare la procedura che porterà a conoscere la risposta al proprio dubbio occorrerà inizialmente rivolgersi al proprio medico curante. Questo redigerà un certificato in cui si attesta la malattia o la necessità di chirurgia preventiva che verrà poi inviato all’INPS. La donna interessata, poi, dovrà inoltrare in prima persona domanda di riconoscimento dell’invalidità all’ente della previdenza sociale (volendo anche la richiesta di Legge 104) utilizzando il canale telematico oppure il Contact Center o i patronati. Volendo seguire la procedura online basterà accedere al portale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale tramite credenziali digitali ed entrare nella sezione dedicata.

Una volta inoltrata la domanda l’INPS contatterà la richiedente per fissare un appuntamento con la Commissione incaricata di esaminare l’istanza. Durante la visita si dovranno mostrare tutti i documenti a sostegno della richiesta. In questo modo i medici competenti avranno modo di valutare la malattia o le mutazioni per definire il grado di invalidità da assegnare alla donna. Questo sarà scritto sul verbale che verrò spedito direttamente a casa entro 120 giorni. Conoscendolo si potranno richiedere i benefici concessi proprio con riferimento alla percentuale assegnata.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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