Come aiuta la RITA ad andare in pensione 5 o 10 anni prima

La RITA è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata che prevede l’erogazione frazionata del montante contributivo per andare in pensione prima dei 67 anni.

I cittadini che sottoscrivono un Fondo pensione possono fare affidamento non solo su una pensione integrativa ma anche su più scivoli di pensionamento.

RITA pensione
InformazioneOggi.it

Raggiungere i 67 anni per andare in pensione può risultare un traguardo troppo in là nel tempo. Tanti lavoratori desiderano ritirarsi dal lavoro e godersi il meritato riposo appena superati i 60 anni. Il sistema pensionistico italiano offre questa possibilità ad un numero ristretto di persone. Occorre appartenere ad alcune categorie specifiche, per esempio, per richiedere l’APE Sociale oppure Opzione Donna. In alternativa, per lasciare il mondo del lavoro prima del tempo sarà necessario aver accumulato tanti anni di contributi, ben 41 o 42 e dieci mesi. Chi ha sottoscritto un Fondo pensione, però, potrà contare su un’altra opportunità, la RITA. Parliamo di una rendita erogata grazie al Fondo pensione e alla somma accumulata che consente il pensionamento cinque o dieci anni prima della maturazione dei requisiti della pensione di vecchiaia.

Cos’è la RITA e come funziona

Le forme pensionistiche complementari consentono il pensionamento anticipato attraverso la RITA. Cinque anni prima della pensione di vecchiaia (62 anni invece di 67) oppure dieci anni prima se si è inoccupati da 24 mesi o più al momento della richiesta di Rendita. La RITA, dunque, vuole sostenere chi desidera lasciare il lavoro prima del tempo oppure chi fatica a ritrovare un’occupazione dopo un licenziamento o dimissioni. La richiesta della misura, però, è legata alla soddisfazione di precisi requisiti.

Iniziamo con il dire che la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata accompagna il lavoratore fino alla pensione di vecchiaia. Si definisce integrativa perché viene presa dal capitale accumulato nel Fondo pensione, temporanea perché erogata in un tempo limitato tra la richiesta e la maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e, infine, anticipata dato che viene erogata prima del pensionamento nel regime pubblico.

Quali sono i requisiti di accesso

Per richiedere la RITA sarà necessario aver

  • aderito alla previdenza integrativa da almeno cinque anni,
  • concluso l’attività lavorativa al momento della richiesta (dopo aver ottenuto la RITA sarà possibile ricominciare a lavorare),
  • versato almeno venti anni di contributi presso la Gestione di previdenza pubblica di appartenenza,
  • un’età anagrafica inferiore di massimo cinque anni rispetto ai 67 della pensione di vecchiaia se l’ente pensionistico è l’INPS,
  • compiuto 57 anni se inoccupati da almeno 24 mesi.

Le condizioni si applicano a tutti i richiedenti, inclusi i dipendenti pubblici. Come detto la RITA verrà erogata da momento della domanda fino alla pensione di vecchiaia per un massimo di cinque o dieci anni. Può risultare la soluzione ideale per chi non ha un lavoro e non ha ancora raggiunto i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia ricordando, poi, che maturando i requisiti di un’altra forma di pensionamento anticipato – per esempio Opzione Donna – la RITA potrà essere richiesta ugualmente dato che la prestazione non è cumulabile solamente con riferimento alla pensione di vecchiaia.

Come viene erogata la RITA

Soddisfacendo le condizioni, il lavoratore può richiedere l’erogazione frazionata del capitale accumulato al proprio fondo pensione. In questo modo potrà iniziare a ricevere pagamenti mensili o trimestrali fino ai 67 anni. La conversione in RITA non dovrà essere necessariamente di tutta la somma accumulata ma solo di una parte di essa. L’importo restante potrà essere erogato successivamente come pensione integrativa, nel momento in cui i versamenti della Rendita termineranno per passare alla pensione di vecchiaia.

Sarà il gestore del Fondo stesso a procedere con le erogazioni secondo una periodicità delle rate variabile in base alle differenti esigenze di chi aderisce. Secondo la Commissione di vigilanza dei Fondi pensioni è consigliabile, però, scegliere al massimo versamenti trimestrali. È importante sapere, inoltre, che contemporaneamente alla fruizione della RITA l’ammontare accumulato continuerà ad essere gestito e investito in modo tale da beneficiare dei rendimenti che consentiranno alla rata di crescere nel tempo.

Ricordiamo, poi, che per la RITA la tassazione è agevolata con aliquota massima della trattenuta di imposta del 15% proprio come per la pensione integrativa. Più si parteciperà al Fondo, inoltre, più si potrà beneficiare di agevolazioni fiscali. Il quadro generale è stato definito, ora è il momento di procedere con qualche esempio pratico per capire se la RITA conviene o meno.

Esempi di calcolo della RITA

Per effettuare una simulazione del calcolo della RITA occorre considerare gli anni mancanti alla pensione, il capitale maturato nel fondo pensione e la percentuale da riconvertire in Rendita. Poniamo l’esempio di un lavoratore a cui mancano cinque anni alla pensione, che ha maturato 59.772 euro e vuole convertire in RITA il 50% del capitale. L’importo annuale lordo sarà di 5.977 euro e la rata trimestrale di 1.494 euro.

Continuiamo ipotizzando un capitale più alto, 100 mila euro e tre anni mancanti al pensionamento. Volendo convertire il 40% della RITA, l’importo annuale lordo sarà di 13.333 euro e la Rendita trimestrale di 3.333 euro lordi. Poniamo, invece, il caso che manchino dieci anni alla pensione, il capitale sia di 70 mila euro e la riconversione del 100%. La RITA trimestrale lorda sarà di 1.750 euro mentre quella annuale di 7 mila euro lordi.

Un ultimo esempio. Con 150 mila euro di capitale, otto anni mancanti alla pensione di vecchiaia e la volontà di riconvertire in RITA l’80% delle somme accantonate si riceveranno 15 mila euro di Rendita annuale lorda ossia 3.750 euro lordi trimestrali. In conclusione per avere un’entrata mensile soddisfacente è necessario che il capitale accumulato del fondo pensione sia molto alto.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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