Pensione anticipata per invalidità a 61 anni: non è per tutti, chi può fare domanda

Pensione anticipata per invalidità: ecco come funziona e quali sono i requisiti da soddisfare per dire addio al mondo del lavoro.

Le persone con disabilità possono fruire di alcune agevolazioni per il pensionamento. Tra queste, ci sono l’indennità APE sociale, Quota 41 e la pensione di vecchiaia anticipata. Mentre, per i lavoratori del settore pubblico, sono previste tre forme di pensione di inabilità.

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Ovviamente, per accedere a questi trattamenti pensionistici, è necessario verificare se si possiedono le caratteristiche richieste.

Pensione anticipata per invalidità: il quesito

Un nostro lettore ha inviato il seguente quesito: “Buongiorno, ho 50 anni, la sclerosi multipla e sono invalido al 50%. Ho diritto alla 104. Ho 30 anni di contributi, e lavoro. Volevo chiedere se con queste caratteristiche è possibile anticipare la pensione. Grazie.”

In pensione con Ape Sociale 2023 e Quota 41 

Ape Sociale e Quota 41 sono due possibilità per andare in pensione anticipatamente riservate a determinate categorie di lavoratori, tra cui anche gli invalidi con una percentuale d’invalidità pari oppure superiore al 74%. Per APE Sociale, l’anzianità contributiva richiesta è di almeno 30 anni, a fronte di un’età anagrafica di 63 anni.

Quota 41 è invece il trattamento pensionistico anticipato pensato per i lavoratori precoci. Ossia con 12 mesi di contribuzione versati prima dei 19 anni di età, che abbiano un’anzianità contributiva, come suggerisce il nome, di 41 anni. 

Pensione anticipata invalidità 80%

Per i lavoratori con un’invalidità certificata di almeno l’80% esiste l’opportunità di accedere  alla pensione di vecchiaia con requisiti anagrafici ridotti. Infatti sono necessari 56 anni di età per le donne e 61 per gli uomini, con 20 anni di contributi. Una soglia quindi ben inferiore ai 67 anni richiesti agli altri lavoratori. È prevista una finestra mobile di 12 mesi.

Il riconoscimento dello stato di invalidità con l’80% deve essere effettuata dall’INPS; eventuali valutazioni da parte di altri enti verranno usati dall’Istituto a supporto del proprio responso.

Pensione di inabilità 

Per quanto riguarda i lavoratori della pubblica amministrazione, iscritti alla gestione ex INPDAP,  sono previste tre diverse forme di pensionamento per inabilità:

  • pensione di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa, per l’incapacità di svolgere qualsiasi lavoro. Necessari un minimo di 5 anni di contributi, di cui almeno 3 versati nel quinquennio precedente alla domanda;
  • pensione per inabilità assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro a causa di infermità fisiche o psichiche. Sono richiesti almeno 15 anni di servizio, sia per i dipendenti dello Stato, che per i dipendenti degli Enti locali o Sanità;
  • pensione di inabilità assoluta e permanente alle mansioni svolte, nel caso in cui sia presente una disabilità permanente che non consenta di svolgere la propria mansione. È possibile che il dipendente sia assegnato a un’altra mansione; se non dovesse essere trovata un’altra posizione, viene dispensato dal servizio. Per l’accesso è necessario aver raggiunto un servizio pari o superiore a 20 anni se dipendente di enti locali, oppure 15 anni se statale. 

Pensione anticipata per malattia cronica 

In merito al quesito del lettore, la risposta è purtroppo negativa: non ha al momento i requisiti né anagrafici, né sanitari, per poter accedere a forme di pensione anticipata per invalidità. Consigliamo comunque di rivolgersi a un patronato nel caso l’invalidità dovesse peggiorare, per valutare le opzioni eventualmente disponibili.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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