L’IRA di Biden colpisce le imprese: dall’Ue pronti a togliere ogni limite agli aiuti di Stato

Per contrastare il piano USA rispondendo all’Inflation reduction act dell’Amministrazione Biden la Commissione europea vuole eliminare ogni remora agli aiuti di Stato degli Stati membri.

Il sospetto generale è che si vada verso uno scenario da recessione tecnica; il tentativo è compensarne gli effetti attraverso l’accelerazione degli obbiettivi tramite maggiori investimenti.

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Informazioneoggi

Una recessione nel 2023 è stata pronosticata da diverse istituzioni economiche. La sua durata dovrebbe essere abbastanza contenuta, ma quanto può durare?

Storicamente, la durata media delle recessioni è di 17,5 mesi, un anno e mezzo circa. Per avere un esempio l’ultima italiana, del 2012, è durata due anni ma si è trascinata sulla crescita del PIL rimasto sotto i livelli pre crisi almeno fino al 2015. Un colpo per l’Ue che ha bisogno di soluzioni per rafforzare la sua governance; può prendere da queste circostanze due piccioni con una fava mantenendo stabilità economica e accentrando finanza e governo.

Ursula von der Leyen vorrebbe togliere ogni remora di tipo economico. I negoziati con l’Amministrazione Biden per ottenere delle eccezioni a favore delle imprese dell’Ue sono ancora in corso.

Tre obbiettivi tramite cui elargire maggiori aiuti economici ai Paesi membri

I ventisette paesi sono stati edotti delle tre priorità tramite le quali possono essere favoriti maggiori aiuti economici da elargire alle rispettive economie.

Queste, secondo quanto illustrato dalla responsabile in Ue per la Concorrenza, Margrethe Vestager, sono le seguenti: accelerare la transizione verde, eliminare le barriere esistenti all’interno del mercato unico e permettere aiuti rapidi e mirati a settori chiave.

Di fronte al piano di Biden da 380 miliardi di dollari che rischia di provocare una fuga delle imprese dall’Ue per beneficiare di sussidi e sconti negli Stati Uniti l’Ue spinge per semplificare i processi per concedere gli aiuti relativi agli obbiettivi economici e di riforme da raggiungere.

Rompere la diga sugli aiuti di stato significa avvantaggiare i paesi che possono permetterselo a danno delle imprese degli stati membri che hanno meno necessità. Si tratta di una perdita improvvisa di concorrenza causata nel mercato unico da un maggiore livellamento dovuto alla pioggia di denaro elargito agli Stati membri.

Già nel 2020 per riequilibrare la situazione causata dalla pandemia l’Ue aveva lanciato il NextGenerationEu, uno strumento finanziario inedito che tramite un comune ha fornito prestiti e sussidi ai paesi più in difficoltà. Il vantaggio maggiore anche in questo caso è andato a Paesi come l’Italia.

Concorrenza economica tra Stati membri: un ricordo del passato?

Il nostro Paese è stato uno di quelli preso di mira dalle opposizioni di Germania e Paesi Bassi sulla proposta, più recente, di creare un fondo finanziato da un debito comune per concedere prestiti finalizzati a compensare le spese dovute alla crisi energetica.

L’Ue è ancora palesemente fatta da contrappesi basati sulla concorrenza e l’utile economico dei singoli Stati membri. La solidarietà economica in Ue tuttavia può avere una rinascita in questi anni, introducendo, sempre secondo le parole di von der Leyen nuove forme di finanziamento comune; tra queste la proposta del “Fondo per la sovranità europea” ancora da valutare.

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